Un io narrante tragico e orrorifico è quello che produce il flusso di coscienza agghiacciante di questo romanzo disumano. Disumano nella misura in cui è disumana la tranquilla banalità del male, l’ordinata disarticolazione dei corpi effettuata come lavoro ragionieristico da mediocri impiegati della sopraffazione e della violenza. In questo ultimo romanzo pubblicato in vita Roberto Bolaňo mette in scena gli incubi e le ossessioni che ne hanno declinato la sua immortale via crucis narrativa, via crucis di un popolo che assurge a via crucis di tutte le sataniche maledizioni del potere. Avvezzo con sprezzo di tutto a guardare in quell’abisso di orrore che, se osservato a lungo, guarderà prima o poi nell’animo dell’osservatore, Roberto Bolaňo, mitridatizzato dalla sua esperienza di vita e per questo in grado genialmente di rendere analisi asettiche delle più verminose pieghe dell’animo degli umani, si incarna qui, assumendosi la difficile responsabilità narrativa della prima persona singolare, nella figura di un sacerdote dall’anima combusta da orrori che sono dei singoli e della collettività, assiso in un letto di probabile morte come un Malone beckettiano mentre rimembra terribili errori e attenuative giustificazioni nell’atto di giungere a un improbabile armistizio con la propria vita, la vita di un essere costretto a fuggire il male fino a rendersene inconsapevolmente forzoso collaboratore. Roberto Bolaňo arriva ai limiti della sua stessa storia personale mostrando qui le figure definitive di Pinochet, di Leigh, di Merino, di Mendoza, i quattro componenti della bestiale giunta militare cilena, strappando così il velo narrativo dietro il quale nelle sue opere si intuiva sempre la presenza dei quattro demiurghi del male che ora si appalesano in un’epifania di marziale orrore. Orrore che dal potere discende sino allo scantinato di quell’orrida villetta in cui una tragica scrittrice tenta di dissimulare il demoniaco raccapriccio che invece ha scelto in prima persona e consapevolmente, credendo di poterne sfuggire attraverso una condivisa vita coniugale con un impiegato del male. Sguardi di sofferenza celata, mezze parole e parole non dette, tutti gli indizi che i personaggi di Bolaňo seminavano sul cammino dei loro lettori, da Stella distante in poi, partoriscono qui il loro frutto di morte. Libro estremo e definitivo Notturno cileno è esempio geniale e mirabile di quello che Bolaňo è riuscito a disvelare dell’animo degli umani. Da Notturno cileno non si può più tornare indietro.
Un libro.
Notturno cileno, di Roberto Bolaňo (Adelphi).