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Nove errori di scrittura da evitare

Creato il 17 maggio 2013 da Topolinamarta

Buona sera a tutti, chiedo umilmente perdono se nelle ultime settimane non mi faccio sentire spesso: con la scuola e la musica, ahimè, non si scherza.

Spero di fare cosa gradita, in ogni caso, segnalandovi un’interessante articolo pescato su internet che, come da titolo, parla di alcuni errori che si commettono quando si scrive e che sarebbe meglio evitare. Lo trovate qui.

Intanto a presto, portate pazienza: prometto che presto arriveranno altre recensioni e tanti altri articoli succosi! :)

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“Oggi come oggi la nostra cultura è dominata dall’espressione scritta: e-mail, messaggi, aggiornamenti di stato, post, commenti, recensioni, articoli di riviste online. E se escludiamo quest’ultimo caso, tutto il resto funziona senza alcun tipo di filtro o controllo: schiacci un tasto e, tac!, è pubblicato. E devo riconoscere che molto di quello che leggo è di ottima qualità: intelligente, divertente, informato. Ma devo anche ammettere che molte cose sono davvero pessime e questo mi ricollega a quello che dicevo prima, cioè che è anche il peggior momento. Per quanto le persone siano abituate a scrivere costantemente per la loro cerchia di amici e conoscenti spesso, quando decidono di misurarsi con la narrativa, non sanno che pesci pigliare. Insegnando scrittura e giornalismo è qualcosa di cui mi sono reso conto in prima persona.

Tutti dicono che il linguaggio giovanile, mutuato dalla rete, pieno di slang e neologismi, stia cambiando il modo di scrivere in prosa, ma per quello che ho modo di vedere io non è assolutamente così. Credo che gli studenti pensino che non è quello il modo giusto di scrivere in forma “ufficiale”. E combattuti fra questi due estremi non riescono a trovare un tono appropriato. E non è un problema che riguarda solo gli studenti ma tutta la scrittura – dalle e-mail commerciali alla prosa narrativa – quando viene chiamata a spostarsi su un livello differente da quello della comunicazione quotidiana. È come essere abituati a vivere in un posto tropicale in t-shirt e infradito e venire all’improvviso invitati a una cerimonia dove bisogna vestirsi in giacca e cravatta. È un bel salto.

Per questo, chi ha sviluppato l’attitudine a un linguaggio informale tende a perdersi quando si deve muovere in un ambito diverso. Così ho deciso di scrivere una sorta di decalogo (in realtà sono nove punti, per cui non è un decalogo) per segnalare quegli errori di scrittura che mi sembrano un difetto comune. Se riuscirete a evitarli, credo proprio che avrete imboccato la strada giusta.”


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