Di MAURIZIO MANZO
SCONTENTI
Dal terrazzo il vomito
scende a pioggia sui tetti
delle macchine si ispessisce
qualcuno pensa sia l’odore
di dio spina di pesce
andata a male —
poi c’è anche un coro
un foro solo
lo scolo che continua.
STIPSI
Un giorno hai detto
gli anni passano
come semi di melagrana
rosicchiati e sputati
nel ricordo di stipsi
a vedere la fine
non resta niente
meno indiscreto
dell’esistenza
ti rincorre la giugulare
dovunque ogni volta ti giri.
ANELLO
Hai voluto dire di
aderire alla soluzione
del sole in semplici asserzioni
tra l’asse e le sciolte
lezioni offuscate –
chiedi acqua che evapora
tra e per le labbra
e la spora che annega
in questo anello
poco prima di un bacio.
CORRENTI
Apro la finestra e l’aria è sempre la stessa
qualcuno grida a un’alba nuova eppure brilla
uguale ad altri nostri giorni dedicati —
dalla finestra il cielo sembra ora un pasticcio
c’è chi lo stropiccia chi dice che è posticcio
affogato nel riflesso delle fontane
plissettato giureresti di non averlo
mai visto aggrottare la fronte sbadigliare.
VOTI
Possiamo vederla così vivi e lascia vivere
che tanto non andrai lontano più lontano
del tuo fiato benché si dica pari o dispari
nel pantano il battere s’affloscia parimenti
nel farti dominare i sacramenti rischiano
di rovinare sbucciare le ginocchia santo è
ogni respiro il suo olezzo dei paramenti
non farne vezzo che ognuno sbanda nel suo paraocchi
sul cocchio c’è chi sale e chi scende
chi stende ghirlande chi spacca il glande
glande è anche la Cina vista dai cinesi da qui.
TRECCE
Il tema privilegio
del senso si scopre
al sole invernale
con quello estivo si spella
a volte gocciola
a inseguirlo lascia tracce
come trecce da afferrare
a cui tenersi per non cadere.
INNESTI
Tra i risvolti del vivere resta rappreso
imbrigliato nel peso il felice momento
che separa la fiamma dal ghiaccio stellato
la fatica che tace sudata s’arresta
e pesante rivela la data scaduta
non del tempo che sciolto raduna
le carezze una ad una ma il netto rigetto
del progetto d’insieme di resa del seme.
RINNOVI
Non restano molte parole
al fuoco incrociato al rinnovo
maturato che non ha ricostruito
il dolore dei corpi la verità
intubata nella sabbia –
il tempo non nasconde la sofferenza
avremo, ormai, un giorno per ogni
sorriso da ricordare quando
si poteva avere un sorriso
per ogni giorno in più di corsa
di un bambino per ogni suo sogno
ad occhi aperti.
INTERNI
Possiamo disporre intatto
ogni nostro risvolto
sopra il blu cobalto del tavolo
che non usiamo mai
analizzare lo zig zagare
dell’interno murato
che non capiremmo comunque
come fare a tenere aperte
alcune parti
del cuore e chiudere l’umore
intenerito in una scatola
rigonfia di cotone —
il tempo è smesso sempre
al punto giusto da qualcuno
che si stufa e ti manda il conto.