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Nove poesie di Maurizio Manzo

Creato il 30 novembre 2014 da Criticaimpura @CriticaImpura

di Maurizio ManzoDi MAURIZIO MANZO

 

SCONTENTI

 

Dal terrazzo il vomito

scende a pioggia sui tetti

delle macchine si ispessisce

qualcuno pensa sia l’odore

di dio spina di pesce

andata a male —

poi c’è anche un coro

un foro solo

lo scolo che continua.

 

STIPSI

 

Un giorno hai detto

gli anni passano

come semi di melagrana

rosicchiati e sputati

nel ricordo di stipsi

a vedere la fine

non resta niente

meno indiscreto

dell’esistenza

ti rincorre la giugulare

dovunque ogni volta ti giri.

 

ANELLO

 

Hai voluto dire di

aderire alla soluzione

del sole in semplici asserzioni

tra l’asse e le sciolte

lezioni offuscate –

chiedi acqua che evapora

tra e per le labbra

e la spora che annega

in questo anello

poco prima di un bacio.

 

CORRENTI

 

Apro la finestra e l’aria è sempre la stessa

qualcuno grida a un’alba nuova eppure brilla

uguale ad altri nostri giorni dedicati —

dalla finestra il cielo sembra ora un pasticcio

c’è chi lo stropiccia chi dice che è posticcio

affogato nel riflesso delle fontane

plissettato giureresti di non averlo

mai visto aggrottare la fronte sbadigliare.

 

VOTI

 

Possiamo vederla così vivi e lascia vivere

che tanto non andrai lontano più lontano

del tuo fiato benché si dica pari o dispari

nel pantano il battere s’affloscia parimenti

nel farti dominare i sacramenti rischiano

di rovinare sbucciare le ginocchia santo è

ogni respiro il suo olezzo dei paramenti

non farne vezzo che ognuno sbanda nel suo paraocchi

sul cocchio  c’è chi sale e chi scende

chi stende ghirlande chi spacca il glande

glande è anche la Cina vista dai cinesi da qui.

 

TRECCE

 

Il tema privilegio

del senso si scopre

al sole invernale

con quello estivo si spella

a volte gocciola

a inseguirlo lascia tracce

come trecce da afferrare

a cui tenersi per non cadere.

 

INNESTI

 

Tra i risvolti del vivere resta rappreso

imbrigliato nel peso il felice momento

che separa la fiamma dal ghiaccio stellato

la fatica che tace sudata s’arresta

e pesante rivela la data scaduta

non del tempo che sciolto raduna

le carezze una ad una ma il netto rigetto

del progetto d’insieme di resa del seme.

 

RINNOVI

 

 Non restano molte parole

al fuoco incrociato al rinnovo

maturato che non ha ricostruito

il dolore dei corpi la verità

intubata nella sabbia –

il tempo non nasconde la sofferenza

avremo, ormai, un giorno per ogni

sorriso da ricordare quando

si poteva avere un sorriso

per ogni giorno in più di corsa

di un bambino per ogni suo sogno

ad occhi aperti.

 

INTERNI

 

Possiamo disporre intatto

ogni nostro risvolto

sopra il blu cobalto del tavolo

che non usiamo mai

analizzare lo zig zagare

dell’interno murato

che non capiremmo comunque

come fare a tenere aperte

alcune parti

del cuore e chiudere l’umore

intenerito in una scatola

rigonfia di cotone —

il tempo è smesso sempre

al punto giusto da qualcuno

che si stufa e ti manda il conto.


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