NOVECENTO A FORLI' ( quarta parte)

Da Teoderica
       Monumento a Minniti di  Arturo Martini
Minniti, l’eroe leggendario d’Africa è un’opera monumentale realizzata per onorare l’aviatore italiano, eroe della guerra d’Etiopia, catturato dai nemici durante una ricognizione e morto dopo orrende torture. Martini evita i riferimenti alla guerra, alla celebrazione diretta del fascismo e sceglie la strada dell’immagine evocativa, attraverso la severità dell’impianto e la solennità della figura rappresentata. In una forte tensione compositiva l’artista, con un dialogo continuo tra la poesia e la letteratura, esprime il pathos eroico della tragedia greca. Notate la decapitazione nascosta da un telo e la testa come un fagotto sottobraccio, un'ideazione veramente singolare.

   Alzana  di  Cagnaccio di san Pietro 
Questo è un autore che non conoscevo, mi ha stupito la sua potenza, l'iperrealismo che diventa l'assurdo, la tragicità latente, gli artisti stavano muti ma con le immagini parlavano, qui c'è tutto lo sforzo, la tensione per una corsa che si rivelerà mortale. Natale Scarpa vero nome di Cagnaccio  espone nel 1924 alla Biennale di Venezia, assume il nome d'arte di Cagnaccio, a cui aggiunse di San Pietro in onore del piccolo borgo marinaro, nell'isola  della Laguna Veneta dove visse la sua infanzia.
Il soprannome di "Cagnaccio" venne attribuito ai nonni dell'artista per via di un cane piuttosto aggressivo    che per anni disturbò i vicini.
Inizialmente fu futurista poi passò ad un'arte realista e magica.
   Volo su Vienna di  Alfredo Ambrosi 
Si procede con la visita. si incontrano i futuristi che esaltano la conquista dei cieli, in quegli anni ci fu la  leggendaria trasvolata Italia/America  nel 1933, la seconda trasvolata oceanica di Balbo dopo quella che lo aveva portato in Brasile alla testa di dieci idroplani, è passata alla storia come "Crociera del Decennale" e fu seguita in Italia e nel mondo da milioni di persone fino a trasformarsi in uno dei maggiori eventi mediatici dei primi anni '30.    Alfredo Ambrosi, pittore del secondo futurismo, si dedicò prevalentemente all'aereopittura. La sua opera più famosa è l'Aeroritratto di Benito Mussolini aviatore.     Incuneandosi nell'abitato di  Tullio Crali  Una delle più belle opere dell'aereopittura l'autore è Tullio Crali. Nato a Igalo (Croazia) nel 1910, Tullio Crali visse a Zara fino all’età di dodici anni e nel 1922 si stabilì con la famiglia a Gorizia.
A quindici anni, mentre era studente all’Istituto Tecnico, scoprì, sulle pagine del "Mattino illustrato" di Napoli, il futurismo, movimento al quale rimase per sempre legato e che fu per lui, più che una vocazione artistica, una vera e propria scelta di vita.Una piccola nota di cronaca , non molto tempo fa, a Gorizia un ingegnere per  quasi trent'anni non ha aperto la porta della stanza blindata di casa sua perchè non ricordava la combinazione. E quando l'ha fatto, nei giorni scorsi, ha scoperto di avere cinque quadri inediti del pittore futurista Tullio Crali. Che fortuna capita a qualcuno!                                                     Aurora sul golfo di Gerardo Dottori
Il Futurismo è ben presente con opere di Gerardo Dottori, e di Giacomo Balla, di Dottori è in mostra anche il Trittico della velocità.
Accanto ai futuristi è esposto il modellino dell'Eur con tanti disegni e il plastico di Forlì rinnovata in quanto città natale di Mussolini. Colpisce  la grandiosità e la bellezza di queste nuove costruzioni, in particolare il modellino e i disegni sul Palazzo della Civiltà Italiana, edificato in vista dell'Esposizione Universale di Roma del 1942, è uno dei simboli dell'Eur ed è considerato icona architettonica del Novecento romano e modello esemplare della monumentalità del quartiere.architetti Guerrini, La Padula e Romano, i lavori vennero iniziati nel 1938 ed il Palazzo fu inaugurato il 30 novembre 1940, nonostante i lavori fossero ancora in corso. Noto anche come "Colosseo Quadrato", si ispira al più celebre Colosseo, riprendendone l'architettura caratterizzata da file di archi. Sotto i portici del pian terreno sono collocate 28 statue, una per arco, che illustrano le arti e i mestieri.  Un vero gioiello! Lo so tutti conosciamo l'Eur ma lo vediamo veramente con occhi liberi da pregiudizio?

                                            Palazzo della Civiltà Eur  Roma (Marcello Piacentini)  Marcello Piacentini è l’architetto ufficiale del regime fascista. E resta in sella come capogruppo di tanti progetti, tra cui il più importante è proprio la costruzione dell’Eur. Fu un architetto e urbanista italiano. Figura controversa nella storia dell'Architettura, a causa del forte legame con il regime fascista, la sua opera è oggetto di rivalutazione critica solo da pochi anni. Alla sua scomparsa dopo lunga malattia, su di lui cadde l'impietoso giudizio distruttivo di Bruno Zevi, che come architetto lo definì "morto nel 1925".
Il suo rapporto con il regime, indubbio e ampiamente documentato, pur essendo stato duraturo e proficuo, non manca di notevoli incongruenze. Nei primi anni venti infatti, Piacentini fu aggredito dalle squadracce fasciste a Genzano dove aveva una casa e dei possedimenti: la causa di tale gesto probabilmente va ricercata nelle frequentazioni e nelle amicizie del giovane Marcello Piacentini, che già grazie al peso del padre Pio, aveva potuto gravitare attorno a personaggi della massoneria poco gradita allora a Mussolini e di conseguenza al violento e intransigente fascismo rurale. Il successo di Piacentini nel ventennio poi non fu improvviso; ma Mussolini poi gli riconobbe la genialità, mentre i posteri, probabimente astiosi e soprattutto invidiosi lo misero nel dimenticatoio, vergogna! 

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