Felice Casorati, noto pittore italiano, nasce a Novara il 4 dicembre 1886 e vive in varie città, seguendo gli spostamenti della famiglia, dovuti alla carriera militare del padre, erede di una famiglia di medici e matematici di chiara fama. Appassionato di musica, scopre la pittura solo verso i diciotto anni quando gli regalano una scatola di colori. Silenzio metafisico interrotto da una luce fredda e tagliente. Realismo analitico immerso in un'atmosfera di magia che evoca una dimensione esistenziale ulteriore. Precisione di contorni, esattezza costruttiva, rigido impianto prospettico. Le opere di Felice Casorati, mirabili per pulizia formale, giocano sulla compresenza di due aspetti, il fisico e il mentale: le figure, gli oggetti, lo spazio sono desunti da una quotidianità dimessa e anonima, ma subiscono attraverso il suo pennello una trasformazione "alta"questo concerto evoca i concerti del Giorgione, il mistero è lo stesso.
Inizialmente Casorati si esprime con il liberty, eleganza decorativa ed astrattismo reale poi il 1912 segna una svolta importante per Felice Casorati che realizza opere in cui è evidente la ricerca di una sintesi tra simbolismo e realismo tradotta in forme nitide, psicologicamente straniate, accompagnate da un aspetto tecnico complesso ed elaborato: il pittore usa infatti colori stemperati con glicerina che vela con cera trasparente. Felice Casorati, nel 1911, scrive "Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno".
E' il futurismo che guarda con ottimismo al fascismo e al futuro, osservate l'esuberanza dei colori di questa Flora, è del 1925, definisce il proprio tempo, gli uomini dei ruggenti anni Venti usavano prevalentemente l’aggettivo moderno. Erano moderne le automobili con le loro fiammanti carrozzerie, la vita notturna sfolgorante di luci artificiali, gli aerei, i grattacieli, i colori puri e le linee dinamiche, l’esotismo, il glamour infine il lusso sorto sulle ceneri della Grande Guerra. Moderno era il progresso tecnologico che disegnava meravigliosi orizzonti di pace e di ricchezza. Eppure questa visione da perla si trasformò in pirla.
Oggi pochi ricordano di aver conosciuto Cesare Sofianopulo, ma finché circolava per Trieste, era ben noto non soltanto agli intellettuali, in quanto pittore, poeta, traduttore, fine dicitore, storico dalla memoria formidabile, ma forse ancor più alla gente comune per lo spirito, la vivacità, le perle della sua vasta cultura. In forza della sua passione per il bello e per la poesia, teneva recite di versi da lui tradotti non solo a Trieste e in varie città d’Italia, ma anche in piccole località del Friuli: affermava infatti che l'attenzione di tali uditori era gratificante spesso ancor più di quella riscontrata nelle grandi città. Cesare Sofianolupo si ritrae in vari modi,da buffone, da donna, da frate, da gentiluomo e al centro come un inquietante clown verde, chi è, chi siamo? Dove andiamo? Sembra di stare andando verso al baratro...non si sbagliava.
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