La mostra prosegue con un'infilata di ritratti su Mussolini, un po' celebrativi ma di notevole spessore. Il
Duce è visto come un eroe divino ma le opere non sono "vuote" e più che un'antica Roma rievocano un nuovo Rinascimento. Mi spiace di non essere in grado di mostrarvi uno splendido ritratto di Mussolini con la melagrana in mano nelle vesti del duca di Urbino ritratto da Piero della Francesca, con alle spalle la veduta di Predappio, città natale del Duce, al posto della città di Urbino, l'autore è Cesare Sofianopulo. “Monumentajo per forza!”, scoraggiato si definì sul finire della carriera; “Se l’avessi saputo a vent’anni avrei trovato in me la forza di morire”, drastico disse quando l’Ojetti paragonò la sua opera a quella di un redivivo Piero della Francesca. Libero Andreotti, invece, non avrebbe voluto ingabbiare la propria ricerca artistica nei cliché del gigantismo mussoliniano. Suo malgrado, quindi, lo scultore toscano si ritrovò protagonista del ventennio fascista, le sue figure sono esili e il Duce vittorioso pare quasi Ulisse.
Che dire diquesta maschera? Possiano negare un capolavoro perchè in odore di fascio? Io personalmente considero Wildt il Michelangelo del Novecento. Non mi preoccupo di turbare, spaventare, allontanare: debbo raggiungere il mio fine educativo, realizzare l’etimologia della scultura.” Tra ellenismo ed espressionismo, passando per insospettabili inquietudini gotiche, Adolfo Wildt ha tracciato una nuova strada nella scultura italiana cercando di superare istanze troppo classicheggianti.
La Maschera di Mussolini di Wildt, commissionato da Margherita Sarfatti per la Casa del Fascio di Milano nel 1923, divenne subito un’opera simbolo del primo fascismo eroico post Marcia. Dal gesso vennero poi tratte innumerevoli sculture del busto e della maschera, in marmo e bronzo. Presto però al carattere quasi astratto e musicale dell’opera, legata all’idealizzazione degli imperatori romani come ben evidenziato dall’infula sacerdotale augustea che ne adorna la fronte, la propaganda fascista preferì i comodi stilemi del Realismo di stato.
Nasce a Massalombarda da padre senese e madre romagnola e qui tra la Romagna e il Montefeltro Francesco Sapori ha ambientato alcune delle sue novelle e romanzi. Durante il Ventennio si è prestato senza riserve nell'attività di propaganda di un'arte fascista, alcuni suoi titoli rimangono a tal proposito emblematici, come "L'arte e il duce" (1932) e "Il fascismo e l'arte" (1934). La sua dedizione autarchica, a cui aggiungeva una buona dose di retorica, lo ha accompagnato nella cura di antologie di canti popolari e patriottici e di manuali scolastici di storia. ( la mostra Novecento è eclettica, presenta anche vari libri sul fascismo ho voluto presentarvi questo, perchè ritengo che chi sceglie come copertina l'opera di Wildt, non possa essere retorico fino in fondo)
Continuiamo l'itinerario con i molteplici volti del Duce. Renato Bertelli rappresenta forse un caso unico nel panorama della scultura italiana del Novecento: il caso di un artista il cui nome è rilanciato in tutto il mondo non per la sua lunga attività svolta nell'ambito della "tradizione", ma per una forma plastica ideata nel 1933 durante una breve esperienza tra i "Gruppi Futuristi Indipendenti" di Antonio Marasco: il Profilo Continuo di Benito Mussolini, o Dux, la cui morfologia si stacca nettamente dalla pletora dei ritratti mussoliniani, attraverso una rilettura seppure sui generis di alcuni principi futuristi enunciati da Boccioni.
Allievo di Duilio Cambellotti all'Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee.
Vedendo come e quanto è stato ritratto Mussolini mi sovviene pensare che solo i ritratti dei Santi e dei Martiri hanno avuto nell'arte tanta simbologia ed iconologia.
Quasi mi sento conquistata dal mito e dal rito anche se so bene che dopo al Ventennio ci fu il baratro.
Ernesto Michahelles (o Micaelles) in arte Thayaht o Thayat (Firenze 1893 – Pietrasanta/Lucca 1959) fu scultore, pittore ed orafo di matrice futurista. Fu un artista estremamente eclettico, poliedrico ed innovatore, un antesignano di nuove sensibilità. La sua opera si distinse per le linee e le forme sintetiche, che attraverso una precisa geometria espressero una squisita eleganza. Nel 1954 fonda la storica associazione C.I.R.N.O.S., acronimo per Centro Indipendente Raccolta Notizie Osservazioni Spaziali, la prima associazione di impostazione scientifica civile italiana per lo studio del fenomeno UFO che avrà sede presso la sua residenza estiva a Marina di Pietrasanta. Nel 1955 pubblica un primo rapporto sugli avvistamenti UFO in Italia, e nel 1958 il secondo rapporto in cui denuncia il moltiplicarsi del fenomeno degli avvistamenti di UFO in Italia e nel mondo. La mostra Novecento continua, ho scelto i ritratti del Duce per darvi un'idea del consenso che Egli aveva, visto addirittura come un Ufo che scende dal cielo per condurre il mondo...inquietante però lo steccato di filo spinato che corre sull'immagine.