Avevamo parlato dell'operatore di telefonia mobile Nòverca, vi ricordate?
In particolare avevamo evidenziato la convenienza delle offerte proposte da questo operatore.
Sembra però che la sua avventura sia giunta al termine.
E' la fine?
L'operatore virtuale di telefonia mobile full MVNO nato nel 2008 dalla collaborazione tra Gruppo Acotel (Roma) e Intesa Sanpaolo, uscita dalla società nel maggio 2013, ha deciso di trasferire i contratti dei suoi 170.000 clienti consumer attivi a TIM - Telecom Italia.
In parole povere, Nòverca abbandona definitivamente il mercato dei clienti finali.
Secondo quanto pattuito dalle due società, TIM verserà a Nòverca un importo in denaro variabile, a seconda del numero di clienti che passeranno a TIM (quindi che effettueranno la portabilità del numero).
Se, mettiamo caso, tutti gli utenti Nòverca (170mila) passeranno a TIM, essa darà ben 3,9 milioni di euro a Nòverca. Bella somma.
Cosa faccio adesso? E la mia promozione super-conveniente che ho cambierà?
Non vi preoccupate. Entro Maggio 2015 potete passare a TIM (portabilità, ve lo ripeto perché viene chiamato così sui siti di telefonia) " mantenendo sostanzialmente invariati i loro profili tariffari ", si legge nel comunicato congiunto Nòverca-Telecom.
Potete trovare il comunicato ufficiale qui.
In pratica, dovremmo (si, anch'io ho Nòverca) mantenere quasi invariate le nostre promo. Spero non si tratti di oltre 1-2 euro in più. Steel pack è l'offerta più conveniente che abbia mai avuto (e ben funzionante) :D.
Quindi Nòverca è letteralmente "morta"?
In realtà no.
Nòverca è viva e vegeta, e sta pure bene!
D'ora in avanti, si concentrerà sull'attività di MVNA ( Mobile Virtual Network Aggregator) ovvero metterà a disposizione la sua piattaforma tecnologica e gli investimenti fatti sino ad oggi per fornire supporto a tutte quelle realtà che volessero diventare operatori virtuali di telefonia mobile (MVNO).
Attualmente è in corso una vertenza legale fra Acotel e l'ex socio Intesa Sanpaolo con la prima società che accusa l'istituto bancario del fallimento dell'operazione. Secondo la tesi di Acotel, Intesa Sanpaolo non avrebbe dato il via a quell'aumento di capitale che avrebbe dato un impulso fortemente positivo per la crescita dell'azienda.
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