Lella Costa, Sibyl von der Schulenburg, Padre Giuseppe Bettoni, Gerardo Bombonato, Marco Bomprezzi e Simone Fanti del Correre della Sera.
Parte dei ricavati dalla vendita del libro verrà devoluta alla Fondazione Arché Onlus di cui Franco era un grande amico.
Franco Bomprezzi era innanzitutto un “giornalista a rotelle”, come lui amava definirsi, socialmente e politicamente impegnato per il riconoscimento dei diritti dei più deboli.
Affetto sin dalla nascita da osteogenesi imperfetta, è stato giornalista, scrittore e blogger, ha fondato il portale Superando.it ed è stato portavoce di Ledha Lega Italiana per i diritti delle persone con disabilità.
“La contea dei ruotanti” è un romanzo estremamente attuale che guarda la disabilità da un punto di vista originale. Un romanzo di “fantapolitica” che si riallaccia a certa letteratura “utopica”.
Ed è infatti un mondo rovesciato quello che propone: in un futuro recente, l’Italia si “balcanizza”, si creano dei piccoli territori autonomi, tra questi la Contea dei ruotanti.
Qui tutto è organizzato per la disabilità ma quando catturano un “camminante” ecco che gli si impone la disabilità, deve essere rieducato, deve dimenticarsi di avere l’uso delle gambe. Questa imposizione è la goccia finale, tutto salta. Il governo della Contea diventa sempre più un regime, le vecchie discriminazioni vengono sostituite da nuove discriminazioni, la guardiana del camminante se ne innamora, la dialettica viene negata… Che cosa è normalità? Che cosa diversità? Il romanzo di Franco invita a interrogarsi, affronta temi tabù come l’amore e il sesso, punta la luce sulla questione delle barriere architettoniche, propone una riflessione su quella discriminazione frutto della convinzione di essere gli unici depositari di una verità e di avere il diritto-dovere di imporre a tutti una sola - la propria - visione dell’essere nel mondo.
"Questo romanzo ci parla di Franco – ha detto Padre Giuseppe Bettoni – ci racconta di come sia stato capace di trasformare la sua fragilità, quell'osteogenesi imperfetta che lo ha accompagnato sin dalla nascita, in un’opportunità strepitosa per generare incontro, ascolto dell’altro, senso civico, impegno sociale con quell'ironia intelligente che caratterizzava il suo ragionare. Franco è stato un grande dono del Signore per tutti noi".
"Franco era un ruotante, ma non uno di quelli della contea. Anzi, l’aveva creata per restarne fuori – ha detto Sibyl von der Schulenburg - Non ci vado per piangerlo, ma per amplificare la sua voce. L’uguaglianza è un’utopia e forse non ci serve; basterebbe la parità per sentirci tutti abili".
"Per me Franco aveva la capacità di accendere i cuori – ha detto Marco Bomprezzi – lui era ossa di cristallo, tempra d'acciaio, cuore pieno d'amore".