AAVV, Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito. Catalogo della mostra (Roma, 17 dicembre 2013-1 giugno 2014), Electa, 35,00 €
La quarta di copertina:
Esaurienti voci enciclopediche spiegano approfonditamente ciascun mostro a partire dalle fonti letterarie, attraverso le sue principali “immagini”, per approfondire anche il significato della persistenza di queste figure mitologiche nella cultura moderna e contemporanea. Il volume accompagna una mostra originale che parla di mostri, uomini-bestie, demoni nell’immaginario primitivo dall’Oriente a Roma, termine di confronto con l’alterità ferina che ha permesso all’uomo di costruire in evoluzione la propria identità. Grifi, chimere, gorgoni, centauri, sirene, sileni, la Sfinge e il Minotauro, Tritone, Scilla, l’idra di Lerna compaiono su contenitori in ceramica e metallo, in oggetti di lusso in oro e d’avorio, in terrecotte architettoniche come nelle armi sin dall’età arcaica. Saggi di studiosi affrontano queste iconografie cariche di una forte valenza simbolica che man mano perde la sua valenza apotropaica per conservare una funzione essenzialmente decorativa. Altri contributi affrontano la fortuna che arrise a queste creature fantastiche, lungo la via del mito, dal Medioevo cristiano e dei bestiari alle grottesche e alla bibliofilia rinascimentali, dalla meraviglia barocca alle bizzarrie rococò, dal recupero neoclassico alle inquietudini della pittura simbolista fino alle ibridazioni artistiche, antropologiche e cinematografiche nella cultura del Novecento.
Neil Gaiman, L’esilarante mistero del papà scomparso, Mondadori, 17,00 €
La quarta di copertina:
“Caro lettore, credo che tutto abbia avuto inizio una ventina d’anni fa, quando scrissi un libro intitolato ‘Il giorno che scambiai mio padre con due pesci rossi’. Mi sono sentito in colpa da allora. Come padre. Come essere umano. La gente leggeva il mio libro e imparava che i padri sono svagati cumuli di distrazione che sfogliano il giornale e ogni tanto mangiano una carota. Ho deciso che dovevo fare qualcosa. Avrei scritto un libro in cui un padre faceva tutte quelle cose elettrizzanti che i padri fanno nel mondo reale. Nello specifico, sarebbe andato a prendere il latte per la colazione dei figli. E inoltre, avrebbe dovuto fare le tipiche cose che si fanno quando si va a prendere il latte. Tipo sfuggire a dei viscidi alieni verdi, camminare sull’asse di una nave pirata del Diciottesimo secolo, scamparla grazie a un professore stegosauro che viaggia su una mongolfiera e, naturalmente, salvare il pianeta. Non vedo l’ora di ricevere gli attestati di gratitudine dai padri di tutto il mondo. Non appena avranno finito di leggere il giornale, ovviamente.” (Neil Gaiman) Età di lettura: da 10 anni.
Carlo Gozzi, Il re cervo, Marsilio, 20,00 €
La quarta di copertina:
Andata in scena per la prima volta a Venezia il 5 gennaio 1762, “Il re cervo” conferma l’efficacia del genere teatrale sperimentato da Carlo Gozzi con le sue fiabe. L’analisi comparata delle diverse redazioni autografe consente di verificare come l’autore concepisse e componesse le sue fiabe in vista di una loro immediata messa in scena.
Lauren Oliver, Requiem, Piemme, 17,00 €
La quarta di copertina:
Mi chiamo Lena e sono infetta, perché mi sono innamorata di Alex in un mondo in cui l’amore è considerato una malattia, e come una malattia viene curato. lo e Alex siamo scappati, ma poi ci hanno separati. Io sono andata avanti, ho incontrato Raven e gli altri ragazzi della Resistenza. Ho imparato a combattere per quello in cui credo, a lottare per essere davvero me stessa. E ho incontrato Julian che è il ragazzo più dolce del mondo e mi vuole con sé. Poi però Alex è tornato, quando pensavo di averlo dimenticato, quando mi ero convinta di riuscire a fare a meno di lui. E ora, mentre il mondo attorno a noi cade a pezzi, io sto male, e penso che forse avevano ragione loro: l’amore è davvero una malattia!
Mervyn Peake, Tito di Gormenghast, Adelphi, 14,00 €
Edizione economica. La quarta di copertina:
Apriamo questo libro e ci troviamo in un mondo parallelo al nostro. È Gormenghast, un immane castello, che nessuno dei suoi abitatori ha percorso in tutti i suoi anfratti. Un tempo, doveva essere pieno di tinte squillanti: ora è un intreccio di crepe, e le tinte sfumano fra grigio, verde lichene, rosa antico e argento. Vi incontriamo esseri disparati: un nobile melanconico e saturnino, settantaseiesimo conte di Gormenghast, che è il reggitore del luogo; sua moglie, avvolta in una nube di gatti bianchi; la figlia, selvatica e sognante fra giocattoli vecchi, libri e pezze di stoffa; dignitari di cartapecora, dalle gambe di ragno, custodi di un ordine ormai inaridito; orripilanti figuri che sovraintendono alle cucine; giovani acrimoniosi, che covano la rivolta. Ma c’è qualcosa che unisce questi personaggi: il loro corpo e la loro psiche sono una concrezione del castello – così come il castello è una concrezione del loro essere. Nessuna vita è per loro concepibile al di fuori di quei corridoi di pietra, di quei saloni, di quelle torri, di quei solai. La natura non esiste, se non come riflesso del castello, dove la polvere è polline: perché Gormenghast è tutto. La nascita di un erede maschio, Tito di Gormenghast, porterà una minaccia di cambiamento, per il solo fatto di essere qualcosa di nuovo. E qui ha inizio la saga narrata da Peake, un’impresa grandiosa della letteratura fantastica – e insieme un vasto disegno allegorico che traspare dietro l’esuberanza delle immagini.
Benedetta Parodi, Le fate a metà e il sigillo di Brina, Rizzoli, 12,50 €
La quarta di copertina:
“Il mondo della magia vi deve già molto ma la guerra è appena cominciata e noi abbiamo disperatamente bisogno di voi”. Fata Lunetta le aveva salutate così al termine della loro prima avventura magica, e forse Viola e Bianca non hanno ancora capito quanto il mondo delle fate conti su di loro per la propria sopravvivenza. Le due fate a metà sono infatti le uniche che possono proteggerlo dal malefico serpente che da tempo lo minaccia devastando la natura, questo perché, a differenza delle altre, non hanno un sigillo da difendere. E inoltre le due gemelle si sono già dimostrate degne eredi della nonna Aria, un tempo Narla, Fata della Nebbia. E quando un giorno nella loro vita compare Brina, la fata guerriera decisa a salvare la sorella Nivea che il serpente ha tramutato in pietra, nessuna paura le tratterrà più. Il loro destino di fate guardiane è ormai segnato, e lasciare casa e genitori è l’unica cosa da fare. In nome della magia e dell’amicizia. Età di lettura: da 7 anni.