Now you see me è il tipo di film che ti fa sentire bene. Come molte pellicole di questo tipo prima di questa, ci fa sentire inevitabilmente bene vedere i ricchi e i potenti truffati, dileggiati e derubati. Come accadeva fin dai tempi de La grande rapina al treno, passando per La stangata, fino ad arrivare alla celeberrima saga di Ocean, tutti questi film hanno in comune lo stesso meccanismo, che sottende il malcelato realizzarsi di un sogno verde come l’invidia, sempre lo stesso: vedere chi ha più di noi ridotto in ginocchio. Ora Now you see me, pellicola fenomeno dell’estate americana, fa leva in maniera alquanto furba sulle stesse emozioni, innescando nello spettatore il desiderio di conoscere e scoprire il trucco che si cela alla base della truffa. Se il film, come già detto, è fin troppo furbo nel regalare al pubblico esattamente quello che vuole, il modo in cui lo fa è piuttosto dozzinale. Mettendo in campo un cast all star a tratti fin troppo ridondante, il film cede alla spettacolarità, senza interrogarsi veramente sui motivi che lo sottendono. Contaminando ed annacquando una semplice e cristallina storia di vendetta con troppe chiacchiere a proposito di una fantomatica e machiavellica organizzazione esoterica segreta, la pellicola si perde un po’ per strada nel tentativo di nobilitare e rendere misterioso un plot ben più semplice di quel che in realtà può sembrare. Fumo negli occhi che probabilmente avrebbe funzionato sul palco, ma che al cinema, dopo che lo spettatore si è accorto della sua pretestuosa inutilità, non fa altro che complicare inutilmente le cose, allungando inevitabilmente il brodo. L’errore più grossolano del film resta il già citato cast, risulta infatti impossibile identificarsi completamente e provare vera empatia per i saccenti e spocchiosi protagonisti, che affrontano la loro missione magica senza un briciolo di ironia, ironia che non mancava certo a Ocean e soci, non facendoci quindi mai temere nemmeno per un istante per le loro vite o per la riuscita del loro piano. I film come questo, ben più di altri, devono creare un inganno e lo spettatore deve crederci perché il gioco funzioni, la pellicola e chi la guarda devono stringere un vero e proprio patto di solidarietà e fiducia, fiducia che non deve mai essere tradita, altrimenti tutto il lavoro fatto risulterà dimenticabile e futile. Now you see me, non riesce a risultare pienamente simpatico perché i maghi protagonisti sembrano più dei supereroi che delle persone normali in cui sarebbe più facile riconoscersi, la loro mancanza di umanità spaventa e destabilizza lo spettatore, che alla fine della visione risulta semplicemente frastornato e un po’ confuso. Per concludere e tornando ai motivi che ci fanno stare bene dopo aver visto un film come questo, in cui coloro che hanno tanto vengono alleggeriti dal fardello della loro ricchezza da coloro che hanno poco, non resta che fare un’ultima annotazione che ha inevitabilmente a che fare con la prospettiva. Finita la visione col sorriso sulle labbra e contenti di aver assistito ad una classica storia alla Robin Hood, viene da chiedersi se una volta tornati a casa troveremo ancora il nostro iPod, il nostro iPad e tutte le altre cose di cui ci siamo circondati. Forse qualcuno più furbo di noi ha deciso che anche la nostra ricchezza andava ridistribuita e forse a quel punto il nostro sorriso compiaciuto è destinato a morire sulle nostre labbra. La morale è presto detta: un giorno ci potremmo accorgere che i più ricchi siamo proprio noi, ingenui ed avidi accumulatori compulsivi di superflui oggetti privi di vita. Prospettiva.
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