Si legge: “Nonostante tutto Ntv continua a operare con sempre maggiore determinazione e crede più di prima alla sfida della concorrenza, ma ora come non mai occorre la piena attenzione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dei ministri competenti, affinché prendano ogni opportuna iniziativa, nel rispetto dell’imparzialità e del libero mercato tante volte evocato dai politici”. Come a dire “ci siamo anche noi e il governo non può far finta di non vederci”.
Ntv ha dovuto subire, come si legge nell’annuncio, dal 2006 ad oggi una battaglia ostruzionistica senza pari davanti alla quale gran parte del mondo politico si è dimostrato sordo.
Ora la società rischia addirittura di chiudere i battenti. Le ingenti perdite registrate nel primo trimestre di quest’anno hanno ridotto di un terzo il capitale sociale. I debiti accumulati sono pari a 781 milioni e il deficit potrebbe essere aggravato dal mancato riconoscimento a partire dal 2015 delle tariffe elettriche agevolate per le compagnie ferroviarie, come proclamato dal Ministro dello Sviluppo Federica Guidi.
A sostengo di Ntv è subito intervenuta l’Associazione per i diritti di utenti e consumatori (Aduc), con un comunicato: “le preoccupazioni della Ntv/Italo per la concorrenza nel mercato ferroviario italiano non sono campate in aria, ma sono la dimostrazione lampante di come nel nostro Paese le liberalizzazioni siano ancora una chimera e, pur se spesso vengono chiamate tali, sono una fregatura per operatori e consumatori, a tutto vantaggio dei vecchi monopolisti e le rendite di posizione economiche e politiche ad essi connesse”.
I fondatori del progetto credevano di poter aprire una breccia nello storico monopolio di Fs. Per ora sembra di vedere Davide contro Golia.