"Siamo tutti d’accordo che il nucleare che abbiamo conosciuto finora è dietro di noi, ma rifiutare a priori qualsiasi forma di energia proveniente dall'atomo è quantomeno azzardato."
Ambientalisti oltranzisti a parte siamo tutti d'accordo, ma allora quale soluzione proporre? Il rendimento energetico effettivo del solare fotovoltaico e dell'eolico è (purtroppo) estremamente scarso. Basta fare due conti : per soddisfare la richiesta energetica della nazione italiana col solare occorrerebbero 44.000 km quadrati di pannelli ovvero un'area pari a Calabria+Sicilia messe insieme (!).
Nel caso delle pale eoliche è ancora peggio, infatti occorrerebbero 16 milioni di km quadrati (!) di superficie terrestre dedicata a questo scopo. Se si considera che tutta la superficie mondiale coltivata è pari a 10 milioni di km quadrati ci si rende conto dell'improponibilità dell'idea, con buona pace dei veteroambientalisti. Oltretutto il traguardo della fusione nucleare controllata è ancora lontano tecnologicamente, allora come fare? La soluzione di Rubbia, rivista oggi anche da altri scienziati è quella di usare il Torio al posto dell'uranio come combustibile delle centrali. I vantaggi sono questi:
- Il Torio è presente in natura in una quantità 10:1 rispetto all'Uranio e quindi è molto più a buon mercato. Oltretutto è stimato che le riserve di Uranio sul pianeta si estingueranno entro 35-40 anni.
- Un reattore al Torio avrebbe una efficienza energetica 200:1 rispetto ad uno all'Uranio e quindi è predisposto ad un elevato rendimento e con esso si realizzerebbo centrali nucleari estremamente economiche in termini di costo per gigawatt.
- Le scorie radioattive emesse da un reattore al Torio sono molto inferiori in quantità rispetto a un reattore standard all'Uranio e inoltre gli isotopi principali decadono in soli 35 anni contro le migliaia di anni dell'Uranio, quindi basterebbe un banale "deposito secolare" e non un "deposito definitivo" per questo tipo di scorie.
- Potrebbe essere possibile riconvertire i reattori più recenti all'utilizzo del Torio senza fabbricare nuove centrali.