Magazine Ecologia e Ambiente
Nucleare sicuro? altre perorazioni a discredito...
Creato il 29 settembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
Nella battaglia quotidiana da intraprendere contro il nucleare, si riscontra una nuova testimonianza.
E' un dato importante, frutto di un dossier elaborato dall'associazione antinuclearista francese "Sortir du nuclèaire"; secondo tale report, la tecnologia utilizzata per la maggiore sarebbe tutto fuorchè affidabile e sicura.
Nello specifico, l'attacco maggiore è stato fatto nei confronti della modellistica attinente a reattori EPR.
In altri termini, i reattori EPR stanno per European Pressurizzed Reactor od ancora Evolutionary Power Reactor.
Scendendo in maggiore dettaglio, ci si interroga fortemente su eventuali difetti di progettazione di questi modelli di reattore strutturati da Areva, nient'altro che la società appaltatrice e direttrice della costruzione dei reattori.
Il report parla fin troppo chiaro, riguardo a possibili rischi nettamente maggiori dei soliti, inutile e troppo reclamizzati, benefici:
"Sortir du nucléaire ha ricevuto questo Lunedì 27 Settembre un documento interno a Edf, che dimostra che la progettazione e realizzazione della copertura del serbatoio di Flamanville sono suscettibili di causare un incidente simile a quello di Chernobyl.
Peggio ancora, secondo una nota scritta dal responsabile del dipartimento combustibile nucleare di EDF nel 2001, un incidente tipo Chernobyl è possibile in tutti i reattori nucleari francesi.[...]"
Da queste parole, sono inutili altre spiegazioni.
Il problema, secondo gli esperti, non deriverebbe specificatamente dalla tecnologia impiegata e spacciata, tristemente, per innovativa ed estremamente proficua.
La chiave di volta dei reattori EPR consiste, più o meno esclusivamente, con le modalità procedurali con cui vengono conseguite le operazioni di refrigerazione del nocciolo e moderazione dei neutroni.
In tale tecnologia, abitualmente impiegata nei reattori immediatamente successivi alla terza generazione, per imporre procedure di raffreddamento viene immessa nel ciclo acqua naturale in condizioni sottoraffreddate rispetto al normale.
Il problema principale di tale reattoristica, esulando da possibili deficit di produzione, consiste in una commistione tra effetti negativi prodotti dal tipo di acciaio utilizzato ed al tipo di saldature effettuate per connettere tra loro le varie parti dell'impianto.
Nello specifico, il report prosegue parlando fin troppo chiaro:
"[...] Diversi documenti di Edf dimostrano che il numero delle saldature e il tipo di acciaio utilizzato in alcune parti del coperchio del contenitore del reattore EPR di Flamanville potrebbero causare perdite del serbatoio.
EDF ritiene che la perdita può, a sua volta, degenerare in un incidente come quello di Chernobyl.
L’acciaio e la saldature non sufficienti fanno parte della copertura del reattore nucleare EPR e interessano 89 punti di ingresso nel reattore. [...]"
E'ora scontato affermare che, in un qualsiasi ciclo di lavorazione o produzione di tipo meccanico od energetico, è essenziale avere ai primi posti dei cosiddetti fattori di sicurezza scontata parametri espressi dalle condizioni dei materiali ed ancora dagli interventi umani per legare tra loro varie componenti dello stesso ciclo produttivo.
Lo spettro, fin troppo oscuro, che risuona dal report fa rima con Chernobyl.
Altra informazione piuttosto cattiva riguarda il rischio di avere, nel conclamato progetto governativo del ritorno al nucleare, "nuovi" reattori del tipo EPR in questione.
Sui rischi giungono voci solamente da questa pseudo-fonte, ritenuta interna all'agenzia appaltatrice e produttrice francese EDF.
Tale dossier promosso dall'associazione antinucleare pare essere, in realtà, goccia di un oceano fatto di tantissime altre battaglie condotte fino ad ora senza il successo sperato.
Relativamente all'emergenza, la ditta EDF pare attualmente non fornire alcuna spiegazione esaustiva o sufficiente.
Mescolando tali rischi al contesto di un Paese multiformemente instabile come quello italiano, si ottiene un cocktail potenzialmente esplosivo.
Non potendo, od addirittura, rifiutandosi di conoscere i rischi effettivi della questione nucleare, vengono addotte milioni di scuse spacciate per efficaci sulla necessità di non ricorrere alle energie rinnovabili come esclusive produttrici di energia elettrica.
C'è a tal proposito chi, con dovuto ed incredibile coraggio, parla con consapevolezza di centrali fotovoltaiche brutte alla vista.
Per alcuni è meglio avere sotto casa una centrale nucleare che una piccola distesa di pannelli fotovoltaici, ritenuti sgradevoli agli occhi.
Certo che ci vuole del grandissimo coraggio a difendere baggianate di questo tipo.
Poco importa degli abusi edilizi che sbranano il paesaggio, od ancora di eventuali reattori che spuntino rigogliosi dalle terre italiche.
Poco importa, anche, di un nucleare mai meno conveniente di oggi.
Ne ha ribadito l'assoluta efficacia, purtroppo, uno psiconano a caso nella giornata di oggi. Dall'alto dei suoi 74 anni appena compiuti, poco del futuro italiano può importare lui.