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Nucleare, strada necessaria per ridurre la nostra dipendenza energetica

Creato il 25 gennaio 2011 da Lorenzo_gigliotto

Nucleare, strada necessaria per ridurre la nostra dipendenza energetica

Nel 2009 si sono registrati una diminuzione dei consumi di elettricità nell’industria e un aumento di quelli relativi ai settori domestico e terziario. Ma soprattutto siamo sempre più dipendenti dai mercati esteri. Questa è la fotografia della nostra situazione energetica emersa dall’ultimo rapporto Istat “Noi – Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”.  Dati su cui è intervenuto di recente anche Gianni Genghini, presidente dell’Associazione Ambiente e Società.

Purtroppo – scrive Genghini – la nostra dipendenza energetica dai Paesi stranieri è forte, circa l’85% del fabbisogno, e le strategie per limitarla non sono condivise da tutti. L’occasione per riparlarne ci è offerta da una nuova campagna informativa promossa dal nuovo Forum Nucleare Italiano”. Come risolvere allora il problema della nostra dipendenza dall’estero?

Importiamo la maggior parte dell’energia e siamo legati soprattutto alle fonti fossili. Una prima alternativa, quindi, potrebbero essere le rinnovabili, che presentano però dei problemi oggettivi. “L’alternativa delle rinnovabili – continua il presidente di Ambiente e Società – che farebbe calmierare il prezzo delle energie fossili, invece è ostacolata dalla loro difficoltà di produzione, dovuta anche alla scarsità di grandi aree agricole nel nostro Paese e alle proteste dei comitati del no, contrari alla bruciatura di residuati agricoli e biologici. ..E comunque, per bene che vada, le nostre possibilità produttive per le rinnovabili sono limitate, non più del 15-20% del totale dei nostri consumi”. Le energie alternative, dunque, possono dare un contributo, ma non risolvere la questione.

Per questo bisogna necessariamente allargare lo sguardo al nucleare. Alcuni potrebbero obiettare che non produciamo uranio e ci troveremo ugualmente a importarlo. C’è da dire, però, che ci sono degli evidenti benefici rispetto all’importazione delle fonti fossili:tra questi i prezzi meno volatili, maggiore disponibilità delle riserve e stabilità geopolitica dei paesi produttori. “Certamente – spiega Genghini – il nucleare presenta alcuni aspetti non facili da accettare e non tutti condivisibili. Inoltre l’avversione per questa energia di alcune associazioni ambientaliste e di una parte della politica rendono difficile accostarsi al nucleare”. L’atomo ha però dalla sua parte non pochi vantaggi: “L’energia nucleare costa poco, non subisce gli sbalzi del mercato e sarà sempre disponibile a tutti. E soprattutto il nucleare non produce CO2 e non inquina”. Una strada da intraprendere necessariamente per intraprendere la svolta.



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