“Sophie, stasera facciamo serata!”. La mia risposta è stata impulsiva: “Wow, mettetemi in lista”. Inizio a prepararmi e prima di uscire, lancio un’ultima occhiata allo specchio e penso: “Niente male, trentunenne, proprio niente male. Fatemi largo”.
Entro e i miei sensi vengono immediatamente sconvolti. Posto carinissimo, musica ascoltabile e tantissima gente. Ne fisso uno e penso: “Ma esiste davvero? Lui è vero?”. Sì, lo è. Fisico scolpitissimo, sguardo penetrante e mani curate. Lo osservo con la bava alla bocca e penso: “Basta crederci”. Ma passa un attimo e cosa vedono i miei occhi ingenui? Lui sta con lui. Aspetta, cosa? Lui sta con lui? Ripetiamo, Lui, quello lì, sta con quell'altro? Improvvisamente un vortice mi ingoia. Qui dentro non è come lì fuori. Lui sta con lui e lei sta con lei. Facciamo una piccola parentesi: ognuno può tranquillamente stare con chi gli pare purché sia felice. Sempre pensato.Cavolo, ma lui no! Trascorro tutta la serata cercando di ballare e di bere. Ho preso una bottiglietta d’acqua naturale quando sono entrata e la sorseggio tristemente fino a fine serata. Ok, penso, Lui no. Ma ci sarà qui dentro qualcuno diverso come me? A un certo punto, mi viene quasi un colpo. Lei mi sta fissando. Io queste situazioni non le so gestire. Sono un’abile imbranata. Lei mi guarda sempre di più e sempre di più si avvicina e io mi allontano. Sparisco in bagno e ci sto per un bel po’.Ora capisco un sacco di cose. Quante volte mi è capitato di vedere in giro per la strada bronzi di Riace? Tante. Da oggi, ho aggiunto un tassello alla mia piccola esperienza in fatto di uomini. Nulla è come sembra. Lui, il belloccio che tanto se la tira e che non mi degna di uno sguardo, da oggi avrà per me finalmente una spiegazione: “Sophie, lui non ti guarda perché tu sei tu”. Ora, ma perché tanto spreco? Consentitemi questa domanda. Dal mio femminile punto di vista è un autentico spreco. Le mie gambe sono ancora doloranti e per vivere fino in fondo il lutto, mi sono rimessa a letto. Lo giuro, ancora un po’ e mollo la coperta. E poi che tristezza deludere quel tacco dodici. Da questa angolazione lo osservo ed è così triste: ha un chewing-gum attaccato e la cosa mi fa veramente schifo. Ti vendicherò, decolté nero!
Adesso, però, devo entrare in modalità “Saggio di Natale”. Oggi pomeriggio greggi di giovani creature si esibiranno su un palco e io sono stata invitata. Vado, nulla è come sembra!