Quanto pesa il mobile sul numero dei lettori di magazine americani? – La classifica delle aree-paradiso per startupper – Quanto sarà grande il nuovo quartier generale di BuzzFeed a Los Angeles? – Gli utenti/mese attivi di WhatsApp – Le donne e la spesa di beni di consumo negli Stati Uniti – Il problema “sockpuppet” di Wikipedia
26%
Secondo una ricerca della Association of Magazine Media è la quota di audience portata in luglio dal mobile ai lettori totali (carta e digitale) delle riviste americane. Nel confronto con luglio dello scorso anno questa percentuale è salita dell’8%. L’audience da desktop invece subisce invece una leggerissima flessione: dal 16% del 2014 al 15% del 2015. Nel complesso comunque i lettori dei magazine americani sono aumentati del 7,6% nel confronto con il medesimo periodo dello scorso anno. Lo rivela AdWeek che pubblica anche i dati dei lettori dei 10 editori americani di riviste con maggior traffico proveniente da mobile: al primo posto ESPN con 42,9 milioni di lettori poi, scorrendo la classifica più distaccate Forbes (4a posizione) 21,6 milioni, Time (5a posizione) 18,1 milioni e New York Magazine (in 9a posizione) con 9,8 milioni.
75
Il rating assegnato alla Silicon Valley nella classifica delle aree urbane con gli ecosistemi migliori nel far crescere e sviluppare una start-up. La classifica e stata realizzata da SparkLabs una global ventures fondata nel 2013 che in questi due anni ha realizzato 50 importanti finanziamenti a start-up e imprenditori sparsi per tutti i cinque continenti. Lo studio è stato fatto tenendo conto di molti e diversi parametri – politiche governative, infrastrutture tecnologiche, costi di avvio, burocrazia, presenza e numero di “unicorni” (le start-up che riescono a superare il milione di dollari di valutazione) – e ovviamente al primo posto con il punteggio più alto si è collocata saldamente l’area che per antonomasia personifica l’idea di sviluppo tecnologico.
Dietro Silicon Valley, probabilmente un po’ a sorpresa, si piazza Stoccolma con un rating di 67 e in terza posizione Tel Aviv con un punteggio di 65. Si passa poi per Seul e Boston (entrambe con 58 punti) per giungere agli ultimi due posti: Londra e Berlino parimerito con rating 53. Delle 10 aree-paradiso per startupper 4 sono negli Stati Uniti, 3 in Europa e 3 in Asia. E l’Italia? Non pervenuta.
4.300 miliardi
In dollari la spesa in beni di consumo negli Stati Uniti controllata dalle donne. Lo rivela Nielsen a margine della ricerca pubblicata il 31 agosto sulla fiducia verso i brand. Il profilo e le abitudini dei consumatori sta progressivamente cambiando e sempre più negli Stati Uniti, sostengono da Nielsen, aumenta il peso delle donne nell’economia e negli investimenti sui consumi. Le famiglie con figli che pesano economicamente unicamente sulle spalle della donna hanno raggiunto il 40% in America, mentre i già citati 4,3 trillion rappresentano oggi il 73% del totale della spesa negli Stati Uniti. E i brand ovviamente devono tenerne sempre più conto. Si decideranno a farlo anche gli editori?
250mila
In piedi quadrati, che equivalgono a circa 23mila metri quadrati (più di tre campi da calcio messi assieme, per dire), è la superficie dell’edificio a cinque piani che BuzzFeed si appresterebbe ad affittare a Los Angeles per posizionarvi i propri uffici. La crescita dei numeri di traffico e dei conti economici, il recente investimento giunto da ABC Universal di 200 milioni avrebbero infatti portato i responsabili di BuzzFeed a decidersi nel trovare una nuova sede adeguata alle loro ambizioni nella West Coast ritenuta fondamentale per il loro (ulteriore) sviluppo.
Questo di Los Angeles rappresenterebbe un nuovo quartier generale da affiancare a quello di New York (il sito ha inoltre diversi uffici sparsi per tutto il globo). Lo ha rivelato il Wall Street Journal in questi giorni precisando che i campioni dei listicle e dei LOLcats stanno valutando alcune diverse opzioni tra le quali appunto, il lotto da circa 250mila piedi quadrati, collocato nella storica ex fabbrica della Ford dove veniva realizzato negli anni Venti il famoso “modello T”. Se l’affare andrà in porto BuzzFeed, secondo le valutazioni della società immobiliare JLL, potrà vantare tra i propri numerosi numeri da record anche quello di avere, in quell’area, una delle sedi più grandi tra le startup tecnologiche, maggiore anche di quella di Amazon e più o meno ai livelli di quella di Google.
900 milioni
Il numero di utenti mensili attivi raggiunti da WhatsApp: lo ha annunciato Jan Koum, Ceo e co-fondatore dell’azienda, in questi primi giorni di settembre. A gennaio di quest’anno la app aveva toccato quota 700 milioni ma da allora nel corso dei mesi è stata capace di aumentare questo numero di ulteriori 200 milioni (+22%). Una costante e inarrestabile (fino a prova contraria) crescita come mostra una chart realizzata da Statista: la piattaforma di messaggistica soltanto nell’aprile 2013 di utenti mensili attivi ne aveva 200 milioni. Facendo due conti: una crescita del 350% in circa 2 anni e mezzo. La app inoltre è saldamente al primo posto nel confronto con le altre piattaforme concorrenti, per numero di utenti attivi mensili, supera infatti anche Facebook Messenger (700 milioni), WeChat (600 milioni) Viber (236 milioni) e Line (205 milioni) nella classifica raccolta da Quartz.
381
È numero di sockpuppet bannati il primo settembre scorso dai responsabili della versione inglese di Wikipedia. Cosa sono i sockpuppet? Gli account che senza dichiararlo apertamente sono creati ad hoc per sostenere un’azienda veicolando informazioni spesso non verificabili. Letteralmente infatti il sockpuppet è il burattino fatto con un semplice pezzo di stoffa un termine nato, la fonte è la stessa Wikipedia, nel 1993 ad indicare una metodologia di comportamento (un travestimento che cela un’identità fittizia creata per mascherare finalità promozionali) da sempre ritenuta assolutamente contraria alla netiquette.
Lo scrive TechCrunch in un articolo mette in evidenza quanto il problema dei sockpuppet sia reale per l’enciclopedia collaborativa. Il problema si era già presentato qualche tempo fa quando una società, Wiki-PR, ha cominciato a proporsi per gestire l’immagine delle aziende su Wikipedia promettendo posizioni da primato nelle ricerche su Google. Ne sono nate ovviamente polemiche sfociate nella chiusura da parte di Wikipedia, nel gennaio di quest’anno, di circa 300 account riconducibili a questa società di PR e una lettera da parte di Wales e soci che le intimava di cessare e desistere immediatamente da questo tipo di attività. Ma la parola fine sembra ancora lontana dall’essere messa a questa storia.
Imagine via Flickr realizzata da Sheila Sund e pubblicata con licenza Creative Commons