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Numeri

Creato il 05 ottobre 2015 da Pedroelrey

Ras­se­gna set­ti­ma­nale di numeri e dati note­voli che forse vi siete persi, sele­zio­nati durante le nostre let­ture su media, web e inno­va­zione digitale

8.061

Espresso in anni è il dato otte­nuto som­mando il tempo che quo­ti­dia­na­mente viene speso da tutti gli utenti negli Usa nel guar­dare video da You­Tube. Il dato, che ovvia­mente aggrega tutti i diversi device, ci dice che la piat­ta­forma di pro­prietà di Goo­gle è ancora net­ta­mente davanti, nel set­tore del con­sumo di video online, a Face­book sul quale (il rife­ri­mento sono ancora gli Usa) ogni giorno il tempo speso si ferma com­ples­si­va­mente a 713 anni (quindi circa 11 volte meno di You­Tube). Lo scrive Ven­ture Beat che rac­conta come la com­pe­ti­zione tra le due piat­ta­forme sul campo del con­sumo di video digi­tali sia solo all’inizio e desti­nata a diven­tare sem­pre più agguer­rita per i due colossi visto che pro­prio in que­sto campo si stanno con­cen­trando gli inve­sti­menti pub­bli­ci­tari. I dati sono stati rile­vati da Simi­lar­Web che ha moni­to­rato più di 100 milioni di device. [Ah visto che ci siamo vi diamo anche il dato com­ples­sivo a livello glo­bale: ogni sin­golo giorno – la fonte è ancora Ven­tu­re­Beat – il tempo tra­scorso nel guar­dare, leg­gere, scri­vere com­menti o clic­care con­te­nuti digi­tali di Face­book e You­tube aggre­gando tutti gli utenti di tutto il mondo è di 150.000 anni].

750.000

È quanto, in dol­lari, potrebbe costare a un sin­golo brand acqui­stare il nuovo for­mato pub­bli­ci­ta­rio che Sna­p­Chat sta per lan­ciare. La star­tup spe­cia­liz­zata in mes­sag­gi­stica è infatti in pro­cinto di met­tere sul mer­cato una ver­sione appo­si­ta­mente stu­diata per i grandi mar­chi dei sel­fie otte­nuti con il fil­tro Len­ses lan­ciato un paio di set­ti­mane fa (una fea­ture che per­mette di cam­biare in tempo reale la foto rea­liz­zata con effetti spe­ciali ani­mati). Il for­mat “Spon­so­red Len­ses” potrà quindi essere uti­liz­zato dai brand per lan­ciare cam­pa­gne adver­ti­sing sulla piat­ta­forma che conta 100 milioni di utenti attivi. Secondo voci rac­colte dal Finan­cial Times – per il momento non con­fer­mate dai respon­sa­bili della app – ai brand que­sto nuovo for­mat stu­diato per loro potrebbe costare dai 450 mila ai 750 mila dol­lari a seconda del numero di utenti rag­giunto. Sem­pre secondo il FT, Sna­p­Chat avrebbe già chiuso per il pros­simo anno accordi con grandi aziende per 10 milioni di dol­lari rag­giun­gendo fat­tu­rato annuo sti­mato intorno ai 100 milioni di dollari.

37

È la posi­zione occu­pata dall’Italia nella clas­si­fica sullo svi­luppo tec­no­lo­gico redatta dal World Eco­no­mic Forum all’interno del Glo­bal Com­pe­ti­ti­ve­ness Index 2015. Quello dello svi­luppo tec­no­lo­gico è uno dei dodici pila­stri sui quali si basano le valu­ta­zioni del Wef (nella clas­si­fica gene­rale l’Italia è 43esima) ed è stato sud­di­viso in ulte­riori due voci: “Ict use” e “Tech­no­lo­gi­cal adop­tion”. È inte­res­sante notare come nella prima sotto-classifica l’italia è in un buon 28esimo posto con un pun­teg­gio di 5,5 (il mas­simo è 7) men­tre nella seconda voce la posi­zione occu­pata diventa dav­vero poco lusin­ghiera, 88esima con un pun­teg­gio di 4,3 (lo stesso otte­nuto da Kaza­kh­stan, Arme­nia, Nige­ria, Kuwait e Cam­bo­gia). Per quanto riguarda invece l’innovazione (il dodi­ce­simo dei pila­stri della clas­si­fica del Wef) l’Italia è 37esima con pun­teg­gio com­ples­sivo di 3,9. Ma anche qui si regi­strano grandi dif­fe­renze nelle diverse sotto-voci (ben sette) nelle quali è sud­di­visa que­sta voce: si val dalla 26esima posi­zione del “Avai­la­bi­lity of scien­tists and engi­neers” alla 114esima (su 140) di “Govern­ment pro­cu­re­ment of advan­ced tech­no­logy pro­ducts” ovvero gli appalti pub­blici su pro­dotti di tec­no­lo­gia avanzata.

–35%

La fles­sione per­cen­tuale della dif­fu­sione di copie dei nove mag­giori quo­ti­diani bri­tan­nici dal 2010 ad oggi. Il dato è rife­rito ad ago­sto 2015, la dif­fu­sione com­ples­si­va­mente per i nove quo­ti­diani è stata di 6,5 milioni di copie. Evi­den­te­mente anche nel Regno Unito la crisi dell’editoria si è fatta sen­tire, il Guar­dian, che in que­sti anni è diven­tato uno dei punti di rife­ri­mento per le stra­te­gie sul digi­tale, ha visto ridursi la dif­fu­sione del 50% dal 2005 ad oggi (ed il prezzo nello stesso periodo di tempo è più che tri­pli­cato). Lo scrive The Media Brie­fing ad ini­zio di un lungo e inte­res­sante arti­colo dove si ana­liz­zano diversi dati sulle ten­denze del mer­cato dei quo­ti­diani in UK. La con­clu­sione a cui giunge que­sta ana­lisi è con­te­nuta già nel titolo: Why new­spa­pers must dare NOT to be daily. Chiaro no?

58.188

In dol­lari lo sti­pen­dio medio di un desi­gner UX secondo una ricerca fatta a livello mon­diale. La ricerca è stata con­dotta da Zsolt Koc­smarszky a sua volta un UX desi­gner che in un que­stio­na­rio ha rac­colto 1.100 rispo­ste di col­le­ghi sparsi per l’intero globo. Il tutto è stato rac­colto poi in un data­set pub­bli­cato dalla rivi­sta The Next Web. Il range tra i diversi paesi è molto ampio: si passa dai 104.894 dolari della Sviz­zera gua­da­gnati media­mente l’anno da un pro­fes­sio­ni­sta dell’user expe­rience (i dati si basano su 13 segna­la­zioni rice­vute) ai 10.999 dell’India (81 segna­la­zioni). Fra i due estremi tro­viamo i 90.528 degli Stati Uniti (391 segna­la­zioni), i 64.673 del Regno Unito, i 43.944 della Fran­cia (20 segna­la­zioni) e i 52.418 dell’Italia (14 segnalazioni).

[imma­gine via Flickr rea­liz­zata da Mer­vyn Chua e pub­bli­cata con licenza Crea­tive Com­mons]


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