Rassegna settimanale di numeri e dati notevoli che forse vi siete persi, selezionati durante le nostre letture su media, web e innovazione digitale.
9,8 milioni
I social media nelle ore di terrore: I social media hanno svolto un ruolo importante nelle ore terribili e drammatiche durante l’attacco terroristico di Parigi, per raccogliere notizie ma anche per lanciare iniziative spontanee come l’hashtag #PorteOuverte servito per segnalare i cittadini disponibili ad aprire la porta della propria casa e dare un riparo a chi, fuggendo dalle zone colpite dai terroristi, cercava un rifugio sicuro. Una prima analisi del traffico durante quegli interminabili momenti l’ha realizzata Francesco Russo nel suo blog utilizzando come strumento TalkWalker. Uno spaccato interessante di quanto stava avvenendo su Twitter con oltre 9,8 milioni di tweet raggiunti dagli hashtag più utilizzati, ad esempio: il citato #PorteOuverte ha raggiunto 1,1 milioni di tweet, mentre un grafico mostra l’evoluzione temporale delle conversazioni su Twitter, con un primo picco alle 23,45 con 160 mila tweet per #Paris, e un altro picco di 159 mila tweet alle 00,30 per #PrayForParis.
66,9 milioni
Il sorpasso (digitale) del Washington Post sul New York Times: ad ottobre il sito del Post ha ricevuto più visite di quello del Times: 66,9 milioni di utenti unici multipiattaforma il primo contro 65,8 milioni del secondo. Lo riporta Digiday che sottolinea come l’evento segni una pietra miliare nella corsa alla supremazia digitale tra le testate tradizionali: lo sviluppo digitale del Post avviato con decisione dalla gestione targata Besoz sta dando i suoi frutti: un tasso di crescita del traffico del 59% in meno di un anno, mentre il traffico del NYT sembra essere in frenata con i visitatori mensili di ottobre in calo rispetto a settembre (-700 mila visitatori unici). La necessità di recuperare terreno sarebbe, scrive ancora Digiday, una delle ragioni per cui al NYT avrebbero recentemente deciso di attivare un team specializzato nel rendere virali i propri articoli pubblicati sulle varie piattaforme digitali.
82
I numeri del crowdfunding in Italia: sono 82 le piattaforme esistenti in Italia delle quali 69 attive e 13 in fase di lancio, 51 di queste hanno risposto al questionario proposto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha realizzato uno studio sul crowdfunding nel nostro paese. Un po’ di numeri emersi dall’indagine li ha raccolti Nòva del Sole 24 Ore: il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le realtà intervistate raggiunge i 56 milioni di euro. Il 40%, però, arriva da piattaforme basate sul debito e il 36% dall’unica italiana ibrida donazione-debito. Il tasso di successo è mediamente del 30% in calo rispetto al 37% dello scorso anno. Nelle piattaforme lavorano 249 persone, per una media di 5,7 lavoratori ciascuna. I fondatori delle piattaforme sono in pevalenza maschi (68%) e hanno un’età media di 38,5 anni.
2%
Il consumo energetico del digitale: nonostante l’idea corrente sia quella di associare l’online a qualcosa di unicamente “virtuale” e quindi non fisico le emissioni totali di carbonio dovute a tutti i data center sono stimate pari al 2% delle emissioni globali, ovvero una quota che può essere equiparata a quella dovuta alle emissioni da traffico aereo. Nel solo Regno Unito internet consuma circa l’8% della produzione complessiva di energia nazionale, una quota che potrebbe raggiungere addirittura il 100% nel 2035. Lo scrive il Guardian in un articolo che illustra i primi risultati del progetto Sympact (nel quale il Guardian è coinvolto direttamente) che studia e misura il reale costo energetico e l’impatto ambientale delle attività digitali dell’industria editoriale.
–10%
Pornohub e gli scenari apocalittici: sembra che l’uscita – il 10 novembre scorso –- dell’attesissimo Fallout 4 sesto capitolo del celebre videogioco post-apocalittico abbia avuto ripercussioni notevoli sul traffico di Pornohub provocandone una decisa flessione pari al 10% nel solo giorno del suo rilascio. A scriverlo è VentureBeat che cita direttamente il sempre aggiornatissimo blog dedicato alle insight della piattaforma video per adulti, che riporta dati molto dettagliati: flessione massima appena il download del videogioco era disponibile e altro calo dopo le 6 di pomeriggio quando molti utenti abituali del sito tornati a casa da scuola o dal lavoro hanno preferito cimentarsi con il nuovo videogame. Bethesda Softworks l’azienda che produce Fallout 4 ha dichiarato nei giorni scorsi di averne già spedite ai rivenditori oltre 12 milioni di copie per un valore complessivo di 750 milioni di dollari.
[immagine via Flickr realizzata da David Goehring e pubblicata con licenza Creative Commons]