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Numeri

Creato il 23 novembre 2015 da Pedroelrey

Ras­se­gna set­ti­ma­nale di numeri e dati note­voli che forse vi siete persi, sele­zio­nati durante le nostre let­ture su media, web e inno­va­zione digitale.

12.000

Il più grande suc­cesso europeo su Kick­star­ter. Fal­lito: intorno all’idea di pro­durre “Zano” un pic­colo drone con tele­ca­mera col­le­gata al pro­prio smart­phone ave­vano rac­colto 3,6 milioni di dol­lari (record per un pro­getto euro­peo lan­ciato dalla cele­bre piat­ta­forma di cro­w­d­fun­ding) e coin­volto com­ples­si­va­mente 12 mila dona­tori. Qual­che giorno fa però i soci della Tor­quing Group la società tito­lare del pro­getto che doveva, dopo la for­tu­nata rac­colta dei fondi, pas­sare alla fase di pro­du­zione del gad­get ha reso noto che non se ne farà più di niente. Incom­pren­sioni e guai di salute, dicono. La domanda adesso è: cosa suc­ce­derà dei soldi inviati dalle migliaia di dona­tori che si aspet­ta­vano di vedere Zano reca­pi­tato a casa pro­pria? Ne parla Quartz che mette in evi­denza come que­sto non sia affatto il primo pro­getto “fully fun­ded” di Kick­star­ter nau­fra­gato poi nella fase rea­liz­za­tiva. Aspetti legali, soldi spesi nella fase di avvio del pro­getto da rifon­dare, que­stioni logi­sti­che del tutto sot­to­va­lu­tate aprono un “lato oscuro” sulle rac­colte di cro­w­d­fun­ding (o almeno su alcune di esse) sicu­ra­mente da appro­fon­dire e monitorare.

15 milioni

Il pod­ca­sting è il nuovo modo di fare blog? Se lo chiede, sul Nie­man­Lab, Joshua Ben­ton che dichiara di vedere molte ana­lo­gie su come oggi viene uti­liz­zando lo stru­mento del pod­cast e quello che intorno al 2004 suc­ce­deva con la dif­fu­sione su larga scala dei blog: “stiamo assi­stendo alla mede­sima nascita di un poten­ziale crea­tivo che ave­vamo visto allora con la dif­fu­sione dei blog”. L’analisi di Ben­ton è molto inte­res­sante ed ha valore ricor­dare come il pod­ca­sting stia atti­rando, assieme a una cre­scente atten­zione, anche sostan­ziosi finan­zia­menti: lo scorso otto­bre la WNYC la più grande public radio sta­tion degli Stati Uniti – scive ancora il Nie­man Lab – ha annun­ciato di aver pia­ni­fi­cato inve­sti­menti per 15 milioni di dol­lari nello svi­luppo della pro­pria pro­gram­ma­zione pod­cast. E voi ci state pen­sando a farvi la vostra serie di podcast?

- 67.000

Il tra­monto dell’era delle rivi­ste maschili: con una fles­sione del dif­fu­sio­nale di 67 mila copie nei soli primi sei mesi dell’anno la rivi­sta per soli uomini FMH ha annun­ciato la sua chiu­sura entro la fine dell’anno. Stessa sorte per un altro maga­zine “sto­rico” della lad cul­ture come Zoo. Il Guar­dian ha scritto in que­sti giorni che “l’imminente chiu­sura delle due testate segna la fine dell’era delle rivi­ste per soli uomini che ha domi­nato lo sce­na­rio dei maga­zine bri­tan­nici dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Due­mila”. Sono quindi ormai un ricordo i tempi nei quali FMH ven­deva oltre 200 mila copie (intorno al 2000) e Zoo 260 mila (nel 2005). L’inesorabile declino, inve­sti­tori pub­bli­ci­tari che lati­tano anche per le ver­sioni digi­tali, hanno sug­ge­rito all’editore Bauer la loro chiu­sura defi­ni­tiva. Ultimo atto di una lunga serie di dismis­sioni di pub­bli­ca­zioni di que­sto filone edi­to­riale. Dif­fi­cile sen­tirne la man­canza, ed è diver­tente leg­gere i com­menti iro­nici dei let­tori all’articolo del Guar­dian: “Cosa ci rimarrà da leg­gere quando aspet­tiamo in offi­cina il cam­bio degli pneu­ma­tici alla nostra auto?” chiede un let­tore, “Rivi­ste per la pesca spor­tiva” gli risponde un altro. Chissà che non ne nasca un nuovo for­tu­nato trend.

8,2 miliardi

L’ascesa inar­re­sta­bile del mobile adver­ti­sing: negli Stati Uniti i ricavi pub­bli­ci­tari da mobile nel primo seme­stre di quest’anno hanno rag­giunto gli 8,2 miliardi di dol­lari, pari al 30% del totale degli inve­sti­menti pub­bli­ci­tari su digi­tale. Alla fine del 2014 gli inve­sti­menti pub­bli­ci­tari sull’online ave­vano rag­giunto i 49,5 miliardi di dol­lari. Lo scrive il Finan­cial Times in un arti­colo dedi­cato alle nuove stra­te­gie degli inve­sti­tori in pub­bli­cità tele­vi­siva verso il mobile e su come i grandi brand chie­dano sem­pre di più di inte­grare i loro inve­sti­menti nelle cam­pa­gne tele­vi­sive con le nuove fun­zio­na­lità e appli­ca­zioni dispo­ni­bili oggi sugli smart­phone (ad esem­pio la pos­si­bi­lità di loca­liz­zare il nego­zio più vicino dove tro­vare un deter­mi­nato prodotto).

125 milioni

Cosa pos­sono impa­rare gli edi­tori da Change.org? Con 125 milioni di per­sone coin­volte in que­sti anni in tutto il mondo nello pro­prie cam­pa­gne Change.org, ha proba­bil­mente qual­cosa da inse­gnare alle reda­zioni e agli edi­tori nel coin­vol­gere la loro audience. I gior­nali hanno da sem­pre uti­liz­zato cam­pa­gne per sen­si­bi­liz­zare i pro­pri let­tori su deter­mi­nate tema­ti­che, anche di recente ad esem­pio con la peti­zione per libe­rare il gior­na­li­sta Moham­med Rasool di Vice News: “Le testate si stanno ren­dendo sem­pre più conto del poten­ziale di coin­vol­gi­mento nel fare una cam­pa­gna online”, ha detto recen­te­mente Tom Bage, diret­tore delle comu­ni­ca­zioni di Change.org. Lo scrive il sito journalism.co.uk che mette in evi­denza come oggi Change.org possa diven­tare un part­ner per i gior­nali met­tendo a loro dispo­si­zione la pro­pria espe­rienza nel pro­muo­vere online e dif­fon­dere con suc­cesso una peti­zione uti­liz­zando gli stru­menti digitali.

400

Il data­base dei codici etici: è impor­tante rico­no­scere il valore dei codici etici dei media non solo per i gior­na­li­sti e repor­ter pro­fes­sio­nali, ma anche per chiun­que altro uti­lizzi gli stru­menti messi a dispo­si­zione dai social media” con que­sta pre­messa Accoun­ta­ble Jour­na­lism ha messo a dispo­si­zione sul pro­prio sito oltre 400 codici etici pub­bli­cati da testate gior­na­li­sti­che e orga­niz­za­zioni di set­tore di tutto il mondo. Il data­base è navi­ga­bile e con­sul­ta­bile per argo­menti, tipo di orga­niz­za­zione e area geo­gra­fica. Il lavoro di rac­colta è solo all’inizio, chiun­que può segna­lare o inviare i codici etici delle pro­prie testate.

[imma­gine via Flickr rea­liz­zata da Becky Lai con licenza Crea­tive Com­mons]


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