Rassegna settimanale di numeri e dati notevoli che forse vi siete persi, selezionati durante le nostre letture su media, web e innovazione digitale.
12.000
Il più grande successo europeo su Kickstarter. Fallito: intorno all’idea di produrre “Zano” un piccolo drone con telecamera collegata al proprio smartphone avevano raccolto 3,6 milioni di dollari (record per un progetto europeo lanciato dalla celebre piattaforma di crowdfunding) e coinvolto complessivamente 12 mila donatori. Qualche giorno fa però i soci della Torquing Group la società titolare del progetto che doveva, dopo la fortunata raccolta dei fondi, passare alla fase di produzione del gadget ha reso noto che non se ne farà più di niente. Incomprensioni e guai di salute, dicono. La domanda adesso è: cosa succederà dei soldi inviati dalle migliaia di donatori che si aspettavano di vedere Zano recapitato a casa propria? Ne parla Quartz che mette in evidenza come questo non sia affatto il primo progetto “fully funded” di Kickstarter naufragato poi nella fase realizzativa. Aspetti legali, soldi spesi nella fase di avvio del progetto da rifondare, questioni logistiche del tutto sottovalutate aprono un “lato oscuro” sulle raccolte di crowdfunding (o almeno su alcune di esse) sicuramente da approfondire e monitorare.
15 milioni
Il podcasting è il nuovo modo di fare blog? Se lo chiede, sul NiemanLab, Joshua Benton che dichiara di vedere molte analogie su come oggi viene utilizzando lo strumento del podcast e quello che intorno al 2004 succedeva con la diffusione su larga scala dei blog: “stiamo assistendo alla medesima nascita di un potenziale creativo che avevamo visto allora con la diffusione dei blog”. L’analisi di Benton è molto interessante ed ha valore ricordare come il podcasting stia attirando, assieme a una crescente attenzione, anche sostanziosi finanziamenti: lo scorso ottobre la WNYC la più grande public radio station degli Stati Uniti – scive ancora il Nieman Lab – ha annunciato di aver pianificato investimenti per 15 milioni di dollari nello sviluppo della propria programmazione podcast. E voi ci state pensando a farvi la vostra serie di podcast?
- 67.000
Il tramonto dell’era delle riviste maschili: con una flessione del diffusionale di 67 mila copie nei soli primi sei mesi dell’anno la rivista per soli uomini FMH ha annunciato la sua chiusura entro la fine dell’anno. Stessa sorte per un altro magazine “storico” della lad culture come Zoo. Il Guardian ha scritto in questi giorni che “l’imminente chiusura delle due testate segna la fine dell’era delle riviste per soli uomini che ha dominato lo scenario dei magazine britannici dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Duemila”. Sono quindi ormai un ricordo i tempi nei quali FMH vendeva oltre 200 mila copie (intorno al 2000) e Zoo 260 mila (nel 2005). L’inesorabile declino, investitori pubblicitari che latitano anche per le versioni digitali, hanno suggerito all’editore Bauer la loro chiusura definitiva. Ultimo atto di una lunga serie di dismissioni di pubblicazioni di questo filone editoriale. Difficile sentirne la mancanza, ed è divertente leggere i commenti ironici dei lettori all’articolo del Guardian: “Cosa ci rimarrà da leggere quando aspettiamo in officina il cambio degli pneumatici alla nostra auto?” chiede un lettore, “Riviste per la pesca sportiva” gli risponde un altro. Chissà che non ne nasca un nuovo fortunato trend.
8,2 miliardi
L’ascesa inarrestabile del mobile advertising: negli Stati Uniti i ricavi pubblicitari da mobile nel primo semestre di quest’anno hanno raggiunto gli 8,2 miliardi di dollari, pari al 30% del totale degli investimenti pubblicitari su digitale. Alla fine del 2014 gli investimenti pubblicitari sull’online avevano raggiunto i 49,5 miliardi di dollari. Lo scrive il Financial Times in un articolo dedicato alle nuove strategie degli investitori in pubblicità televisiva verso il mobile e su come i grandi brand chiedano sempre di più di integrare i loro investimenti nelle campagne televisive con le nuove funzionalità e applicazioni disponibili oggi sugli smartphone (ad esempio la possibilità di localizzare il negozio più vicino dove trovare un determinato prodotto).
125 milioni
Cosa possono imparare gli editori da Change.org? Con 125 milioni di persone coinvolte in questi anni in tutto il mondo nello proprie campagne Change.org, ha probabilmente qualcosa da insegnare alle redazioni e agli editori nel coinvolgere la loro audience. I giornali hanno da sempre utilizzato campagne per sensibilizzare i propri lettori su determinate tematiche, anche di recente ad esempio con la petizione per liberare il giornalista Mohammed Rasool di Vice News: “Le testate si stanno rendendo sempre più conto del potenziale di coinvolgimento nel fare una campagna online”, ha detto recentemente Tom Bage, direttore delle comunicazioni di Change.org. Lo scrive il sito journalism.co.uk che mette in evidenza come oggi Change.org possa diventare un partner per i giornali mettendo a loro disposizione la propria esperienza nel promuovere online e diffondere con successo una petizione utilizzando gli strumenti digitali.
400
Il database dei codici etici: “è importante riconoscere il valore dei codici etici dei media non solo per i giornalisti e reporter professionali, ma anche per chiunque altro utilizzi gli strumenti messi a disposizione dai social media” con questa premessa Accountable Journalism ha messo a disposizione sul proprio sito oltre 400 codici etici pubblicati da testate giornalistiche e organizzazioni di settore di tutto il mondo. Il database è navigabile e consultabile per argomenti, tipo di organizzazione e area geografica. Il lavoro di raccolta è solo all’inizio, chiunque può segnalare o inviare i codici etici delle proprie testate.
[immagine via Flickr realizzata da Becky Lai con licenza Creative Commons]