Rassegna settimanale di numeri e dati notevoli che forse vi siete persi, selezionati durante le nostre letture su media, web e innovazione digitale.
63 miliardi
Le frodi nella pubblicità digitale: nel 2015 gli advertiser perderanno 63 miliardi di dollari a livello globale a causa dei bot (in particolare i software per automatizzare i clic), almeno secondo le stime riportate da uno studio della ANA (l’associazione che raggruppa i maggiori investitori pubblicitari americani). Lo studio “The Fraud in Digital Advertising” ha misurato 5,5 miliardi di impression in 3 milioni di domini per un periodo di 60 giorni. Il tutto per dare una dimensione del livello di frodi raggiunte nel campo della pubblicità digitale attraverso appunto i bot che generano traffico fittizio. Ne parla Digiday che spiega nei dettagli i meccanismi dietro a queste frodi.
51%
Una pietra miliare per Netflix: il 51% degli internauti americani ha dichiarato di aver visto almeno un film o uno show televisivo negli ultimi 12 mesi sulla celebre piattaforma di video streaming. Lo scrive Quartz citando un sondaggio condotto da RBC Capital Markets. In questa classifica Netflix ha superato – già a settembre – YouTube tornata sotto il 50%, più distanziati Amazon, Hulu e HBO. L’ascesa della piattaforma non si ferma però agli Stati Uniti (dove gli abbonati hanno raggiunto quota 43 milioni) anche nel resto del mondo Netflix sta scalando la vetta: gli abbonati internazionali a settembre erano 23 milioni. Un’ascesa che si riflette anche sul valore delle sua azioni più che raddoppiate quest’anno raggiungendo un valore intorno ai 120 dollari.
+61%
L’aumento degli abbonati digitali del New Yorker: nel 2015, il sito web della rivista ha aumentato la sua base di abbonati del 61% con un’audience di circa 13 milioni di visitatori unici al mese. Un contributo sempre più importante a questi numeri, sostengono i responsabili dello storico settimanale, proviene proprio da lettori in fascia di età 18–34 anni. Lo riporta Mashable che dedica un articolo sulle strategie del New Yorker verso i lettori più giovani.
647 miliardi
Fra 4 anni pagheremo (quasi) tutti attraverso il cellulare: sembra che il sistema di pagamento attraverso i telefonini (il mobile wallet) nei prossimi 4 anni supererà quello che utilizza contante o carte di credito, almeno secondo uno studio riportato da Nòva del Sole 24 Ore e realizzato da Worldpay (multinazionale che si occupa di tecnologie finanziarie). Secondo l’indagine della compagnia londinese – scrive ancora Nòva – fra 4 anni si potrebbe configurare uno scenario di questo tipo: i pagamenti attraverso tecnologia mobile wallet copriranno 647 miliardi di dollari dei consumi, le transazioni effettuale con carta di credito un valore di 577 miliardi, 412 miliardi invece quelli tramite l’utilizzo del bancomat e infine al contante spetterebbe un valore delle transazioni di “soli” 167 miliardi di dollari.
779 miliardi
Il tempo dei media digitali su mobile: Il tempo totale trascorso consumando media digitali tramite applicazioni mobile, nel giugno scorso, ha raggiunto i 779 miliardi di minuti, contro i quasi 551 miliardi da desktop, eMarketer ha riportato invece che gli utenti negli Stati Uniti hanno speso sulla app mobile di Facebook un tempo pari a 170 miliardi di minuti. Lo riporta Francesco Marconi su Medium che parte (anche) da questi dati per riflettere in maniera interessante sull’emergere di una nuova ondata di editori che non richiedono home page o app “stanziali” ma che hanno come unico obiettivo è quello di distribuire il contenuto attraverso diversi canali e piattaforme sociali. L’articolo da leggere si intitola significatamene The Rise of “Homeless” Media.
[immagine via Flickr realizzata da Andrew e pubblicato con licenza Creative Commons]