In campo estremo ci sono alcuni nomi noti ai più anche per le discografie praticamente infinite. Stando a Discogs, gli Agathocles guidano la classifica con 335 uscite in totale, seguono i Sabbat con 166, gli Unholy Grave con 147 e i Nunslaughter con 146. Tutti e quattro i gruppi hanno in comune un sacco di uscite sulle quali chi si interessa di musica (ma non il collezionista e il feticista) può facilmente soprassedere: live, rehearsals, mix provvisori, pezzi che ricompaiono su molteplici edizioni. Mediamente ci si può aspettare una cura maggiore per i dischi a lunga durata, ma in questo caso la sorpresa, per chi non è avvezzo al gruppo, è che i Nunslaughter ne hanno fatti uscire solo quattro. Dal 1987 a oggi hanno nel paniere solo Hell’s Unholy Fire del 2000, Goat del 2003, Hex del 2007 e infine questo nuovissimo Angelic Dread. Recensire i Nunslaughter è forse ridondante, sono come i Ramones, la musica è e rimarrà sempre quella. Per qualcuno è un limite e per altri un pregio, ma la realtà è che questi signori non hanno nessuna pretesa di andare a parare oltre il loro cosiddetto “devil metal”, onesti e rassicuranti come poco altro al mondo. A chi non li conosce, possiamo anche dire che sono molto facilmente riconoscibili, il che è un altro pregio: death metal primitivo con riff thrasheggianti sui quali campeggia la voce brutale ma perfettamente intelligibile di Don of the Dead, che vomita sapientemente (con metriche molto curate, personalmente faccio sempre caso a questo particolare) testi sempre fra il poco velato anticristianesimo e l’horror di quarta categoria. I pezzi hanno la caratteristica di rimanere in testa, una particolare orecchiabilità che è l’ennesimo punto a favore del gruppo. Il disco contiene anche “God”, ormai diventata una hit grazie al favoloso video, ma già presente sullo split 7″ con gli Abigail. Il secondo disco che compone il set contiene versioni ri-registrate di pezzi già apparsi su precedenti singoli, quindi una buona occasione per risentirseli con una registrazione (generalmente) migliore.
Ad Angelic Dread associamo due split 7″ appena usciti, gli ennesimi di una serie senza fondo e che è ancora più ridondante recensire. Quello coi Perversor contiene due pezzi nuovi sia per i Nunslaughter, sia per questi cileni, parte di una scena nazionale affollatissima ma di gran qualità, come testimonia quest’uscita in cui i nostro offrono un death metal che rimanda molto agli Angelcorpse e quindi anche ai primissimi Morbid Angel. Il secondo split 7″ è invece condiviso con i colombiani Witchtrap. Proprio in loro onore i Nunslaughter offrono due pezzi col cantato in spagnolo, ma nel consueto stile. Anche i Witchtrap hanno pubblicato molto nella loro carriera (il loro primo demo è del 1997) e qua continuano con un black/thrash metal di sapore teutonico, mi vengono in mente i Desaster ma ancor di più i Nocturnal. Due dischini di qualità pari al full-length, quindi assolutamente raccomandabili. Voto: e che ve lo dico a fare… Per la cronaca, Merzbow, che a modo suo è ancora più estremo, ha ben 349 uscite all’attivo.
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