Marina Moncelsi
Caffè Letterario “ATENE SARDA” di Pier Franco Fadda, via Efisio Tola, 11, Nuoro Mercoledì 13 giugno 2012 – ore 18.30- Mercoledì 13 giugno 2012 – ore 18.30, presentazione del libro “Prima… Dopo la cura. La gioventù negata” di Giuseppe Solinas (Grafiche Ghiani)
Sarà presente l’Autore che dialogherà con la prof.ssa Marina Moncelsi dell’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea nella Sardegna Centrale.
Il libro:
«Siamo un centinaio di soldati di varia nazionalità, abbiamo lasciato morti e feriti dietro di noi, ma la speranza non ci abbandona.
Mi chiedo come l’uomo riesca a sopravvivere a tutto questo».
Così il sergente Antonio Francesco Solinas annota nel proprio diario la sensazione di assoluto smarrimento all’inizio dell’ultimo anno di prigionia nel campo di concentramento in Polonia.
Ma qualcosa – il fato, la casualità, la Divina Provvidenza – vuole che Frantzischeddu torni nella sua Nuoro, riabbracci i propri cari e racconti al mondo intero, seppur con fatica e dolore, quella terribile esperienza. Francesco Solinas è diventato un IMI (Italienische Militär-Internierte), che sta per Internato Militare Italiano, in seguito al collasso dell’8 settembre 1943.
Collasso di un esercito e di una intera nazione, a cui faranno seguito la cattura e la deportazione nel Terzo Reich di centinaia di migliaia di soldati e ufficiali italiani, la maggior parte dei quali, negando la loro adesione alla Repubblica Sociale di Salò, daranno vita alla prima forma di resistenza contro il nazifascismo.
La storia di uno di quei seicentoquindicimila internati militari italiani viene ora ripercorsa nel libro di Giuseppe Solinas (quarto dei sei figli di Antonio Francesco), che raccoglie le memorie – ricomposte e ricostruite con carte, documenti e fotografie – di suo padre.
Nel volume, dal titolo Prima… Dopo la cura – La gioventù negata, edito da Grafiche Ghiani, la vicenda personale di Frantzischeddu (nato a Nuoro l’11 dicembre del 1916 e scomparso il 18 maggio del 1985, dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro) rappresenta il capitolo di una storia complessa e tragica, in cui l’umiliazione di un intero popolo si intreccia a una progressiva presa di coscienza individuale e collettiva, a una fedeltà nelle proprie convinzioni pagata molto duramente.
E per nulla ricompensata dalla nazione italiana. Come scrive Marina Moncelsi nella sua puntuale e appassionata prefazione, dopo lo sbandamento seguito all’8 settembre i tedeschi disarmano circa un milione di uomini, di cui «810mila vengono fatti prigionieri, 94mila continuano la guerra al fianco della Germania, mentre i restanti 716mila vengono deportati con lo status di Internato Militare Italiano.
Ma il sergente Antonio Francesco Solinas tornerà ad essere Frantzischeddu: uno dei venti sopravvissuti sui 129 di Zagàn. Formerà una bella famiglia, creerà un’impresa tipografica divenuta storica e dedicherà il suo impegno politico e sociale nella costruzione della Democrazia Cristiana, ma soprattutto nella creazione dell’Associazione degli Artigiani e della corrispondente Cassa Mutua.
Quasi un “lieto fine”, anche se – scrive ancora Marina Moncelsi – «entrare nel lager è un momento, ma per uscirne veramente non basta una vita».
Gianluca Corsi
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ISTASAC – Istituto per la Storia dell’Antifascismo e della Società Contemporanea nella Sardegna centrale.
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