Si è ucciso a Milano, in un appartamento di via Olona in un appartamento che condivideva con altri coetanei. Pietro si apprende, ha infilato una busta di plastica in testa, l’ha chiusa ermeticamente praticando solo un foro per far passare un tubo trasparente collegato a un bombola di gas elio.A trovarlo è stata la sua ex ragazza, 23 anni. La giovane trova Pietro intorno alle 3 del mattino, nessun biglietto che giustifichi il gesto.
Il sistema usato dal giovane è diventato tristemente famoso alcuni mesi fa negli Usa. Una donna in pensione, infatti, aveva ‘inventato’ e commercializzato un ‘kit per il suicidio’ composto proprio da una busta, un tubo e una tanica di gas elio in forma pura. Il kit, nelle intenzioni della donna, californiana, era destinato a malati terminali che volevano porre fine alle proprie sofferenze. Il giovane, a quanto si è appreso dagli accertamenti della polizia, aveva continuato a convivere con la giovane coetanea, nonostante la coppia avesse interrotto la relazione circa due mesi fa al termine di una lunga storia durata sei anni.
Forse ad uccidere Pietro è stato l’amore. Quel che si sa è che Pietro aveva studiato via internet il metodo con cui morire, a testimoniarlo sono le ricerche rinvenute sul suo pc, non solo, Pietro nella sua scrivania da studente , aveva un foglio con una stilato una lista con tutto l’occorrente per costruire l’orrendo sistema di morte. Forse l’amore, come pensa la ex ragazza, forse qualche esame sbagliato, comunque Pietro è morto.
A Nuoro la voce si rincorre, in Tribunale, dove lavora il padre molti mormorano ”È morto il figlio dell’avvocato, ma sì, il figlio maschio, il maggiore, che studiava all’università a Milano: dicono si sia sentito male all’improvviso stanotte, soffriva di numerose allergie…Adesso dovranno fargli l’autopsia” .