Obiettivo pienamente raggiunto, nonostante l’infortunio di giugno alla spalla sinistra: “ho temuto di non poter andare al Rescue” spiega, “è stato un recupero lento e faticoso, per un mese e mezzo mi sono allenata con le sole gambe e l’altro braccio; per fortuna i sacrifici sono stati ripagati dalle prestazioni in gara, le migliori delle ultime stagioni”. Bruna Ravera partecipa e raccoglie titoli a gare mondiali dal Rescue di Livorno del 2004; da allora è stata in Australia nel 2006 e nel 2012 (a Melbourne e Adelaide), a Berlino nel 2008 e ad Alessandria d’Egitto nel 2010. “In questi anni ho conosciuto atleti di tutto il mondo. Ci incontriamo ogni due anni e ogni volta ci scambiamo cuffie, magliette e altri regali; all’inizio delle manifestazioni ci si saluta come se ci si fosse visti il giorno prima, al termine delle gare come se ci si rivedesse il giorno dopo. È un ambiente fantastico, conta esserci, vincere non è la cosa più importante”.
Bruna è in questo mondo da trent’anni; ma la passione, la voglia di allenarsi e di migliorarsi è la stessa di quel giorno del 1984 in cui decise di abbandonare il nuoto agonistico e di provare il nuoto per salvamento. Risultati e soddisfazioni arrivarono immediatamente e tre anni più tardi giunse anche la convocazione in nazionale. Oggi la sua vita si divide tra sport praticato e “insegnato”. Al mattino è professoressa di educazione fisica alle medie, al pomeriggio istruttrice di nuoto; terminata la giornata di lavoro si tuffa nei suoi allenamenti con la squadra del Nuoto Club Torino e quando esce dall’acqua trova tempo ed energia per una serata con gli amici.
L’energia che mette in ogni singola bracciata è la stessa che trasmette in piscina ai suoi allievi, siano questi alle prime armi o già di buon livello. “Ci si deve allenare per superare i propri limiti” afferma, “la posizione in classifica non conta, migliorarsi è l’unica vittoria che ripaga le fatiche di ogni giorno”. Sarà anche grazie a questa filosofia se fino all’anno scorso Bruna è riuscita sempre a qualificarsi per i Campionati Italiani Assoluti, mettendo in riga atlete più giovani di lei.
“In effetti nelle ultime stagioni mi sono sentita un po’ “vecchia”” dice con un sorriso, “ma gareggiare contro ragazze che hanno anche 30 anni meno di me è uno stimolo. Fisicamente non sono forte come loro ma in gara non sento più la tensione e so affrontare al meglio le parti tecniche; continuerò a nuotare fino alla gara in cui arriverò ultima”. E anche se questo dovesse accadere è difficile pensare che Bruna Ravera appenda cuffia e costume al chiodo. Punterà un nuovo obiettivo e magari cambierà tecnica di allenamento, pur di raggiungerlo: “nel 2016 il Rescue sarà a Eindhoven” conclude, “e nel 2017 ci saranno a Auckland i World Masters Games (peraltro già vissuti a Torino due estati fa); ancora per un po’ voglio girare il mondo, conoscere nuova gente e ritrovare gli amici conosciuti in questi anni”.