Già, perché la storia di Federico Gilardi nel nuoto per salvamento è cominciata ufficialmente solo all’inizio dell’attuale stagione agonistica, nonostante qualche sortita nelle competizioni dei primi mesi del 2013. “Ho sempre nuotato a livello agonistico nei 200 dorso, farfalla e stile libero” racconta il neo campione italiano, “e quest’anno ho deciso di provare una nuova esperienza, pur non abbandonando il nuoto”. Motivo per cui Federico si allena al mattino con la squadra della Rari Nantes seguita da Andrea Grassini, e al pomeriggio con quella del salvamento guidata da Stefano Foggetti.
“Le fasi tecniche della gara sono le più complicate e perdere uno o due secondi in quelle può significare compromettere la prestazione” spiega, “devo ancora abituarmi del tutto a queste situazioni, assenti nel nuoto vero e proprio. E poi devo ancora crescere come esperienza, per affrontare tutta la prova con lucidità, anche quando emerge la stanchezza e il rischio di sbagliare la presa o la vestizione del manichino è maggiore. Ma gli anni trascorsi in vasca mi hanno dato velocità e resistenza; una buona basa, che devo continuare a sviluppare”.
La marcia in più di Federico Gilardi risiede nella sua filosofia dell’allenamento, unica via per trasformare un talento in un campione. L’azzurro la applica già da tempo ed essendo istruttore cerca di trasmetterla ai ragazzini che segue. “Dopo la maturità ho deciso di dedicarmi a tempo pieno al nuoto, iniziando anche a lavorare in piscina” conclude, “il primo obiettivo erano le Olimpiadi di Rio 2016 ma dopo le prime stagioni ho capito che non ce l’avrei fatta. Così provai il salvamento, in cerca di nuove soddisfazioni”. A giudicare dai risultati una scelta pienamente azzeccata.