Nuova bioplastica degradabile in tempi record
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Trovare materiali ecocompatibili alternativi alla plastica è da tempo argomento di molti studi scientifici in giro per il mondo. Il suo successo, com’è noto, è dovuto alla sua versatilità e ai suoi molteplici usi, ma presenta almeno due lati negativi, uno a lungo termine (poiché deriva dal petrolio e di conseguenza prima o poi finirà), e uno a breve termine, per non dire immediato, poiché produce un elevato inquinamento.
Un’alternativa eco-friendly è la cosiddetta bioplastica. Per mezzo della lavorazione di biomasse (mais, legnami, ecc.) si possono ottenere dei buoni prodotti, ma a livello di produzione industriale (grandi quantità) non si riesce ancora a soddisfare l’attuale domanda di plastica.
Alcuni ricercatori del Wyss Institute di Harvard hanno presentato uno studio in cui viene presentata la possibilità di avere un nuovo materiale bioplastico ottenuto recuperando i gusci di gamberi e la farina di legno. Opportunamente elaborati, questi 2 materiali di scarto permettono di ottenere un tipo di bioplastica facilmente lavorabile come una normale plastica, senza quindi intervenire con sostituzioni o modifiche sugli attuali impianti per la sua modellazione. La particolarità però è che è velocemente biodegradabile: in sole due settimane si trasforma in composti utili per il terreno.
Gli esperimenti che hanno portato a questa entusiasmante scoperta sono stati compiuti con il chitosano derivato proprio dai gusci dei gamberi. La sicurezza di tale bioplastica inoltre vale anche per chi è allergico ai crostacei, poiché la proteina che induce l’allergia, la tropomiosina, viene completamente distrutta durante l’estrazione della chitina.
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