La povertà ha un odore. Ha l’odore di cumuli di immondizia sparsi ovunque. Ha l’odore acre della plastica che brucia. Ha l’odore delle carogne che marciscono solitarie in un lembo di terra. La povertà ha tutti questi odori e nessuno di essi. La povertà cessa di esistere ogni qual volta che voltiamo gli occhi altrove. Fanno così i pochi passanti che si inoltrano nel parco Chico Mendez di Perugia.
Voltano il viso altrove, come se quella casa, dove fuochi notturni si innalzano silenziosi per riscaldare qualche vita umana, non esistesse. Non esistessero i ratti che gironzolano indisturbati tra l’immondizia. Non esistessero quelle persone che fanno i conti con un’esistenza che con loro non è poi stata così generosa. Alle dieci del mattino villa Nanni, così si chiama la casa, è pressoché vuota. Solo alcuni di loro sono dentro la struttura fatiscente.
Cosa facciano gli altri abitanti di quella comunità dentro la comunità non è lecito saperlo. E cosa faccia chi si trova al suo interno neanche. Avvicinarli è quasi impossibile, chiusi dentro se stessi non rispondono alle domande e ti intimano ad andartene.
“Qui siamo in tanti e se scrivete qualcosa ci butteranno fuori”. Di Villa Nanni qualcuno ha scritto, ma il comune di Perugia ha fatto finta di non sapere.
Ha preferito che tutto restasse così come è. In effetti se credi che un problema non esiste, necessariamente non si è obbligati neanche a risolverlo. Vivono tutti lì, rom ed extracomunitari, legati da un unico filo di mera triste realtà, quello di essere senza lavoro e soprattutto senza una casa decente. L’impatto è straziante. Il silenzio indecoroso.
C’è di più però, perché il ragazzo di origini imprecisate, sottolinea più volte che in quella casa ci vivono in molti. C’è da chiedersi dove però. In ogni angolo della villa ci sono cumuli di immondizia. Di un materasso neanche l’ombra. Non resta che attendere con la speranza che torni qualcuno. All’orizzonte un ragazzo dal passo mesto si avvicina alla villa. Non sono abiti logorati quelli indossa. È se non fosse che si tratta dello stesso giovane di prima, nessuno potrebbe dire che lui abita tra quelle quattro mura prive di dignità. In mano dei cappuccini. Chissà come se li sarà procurati. La risposta rimane mozza nell’aria.
Insistere non è prudente e non resta che interpellare qualcuna su cosa stia succedendo a parco Chico Mendez. Le risposte arrivano da Emanuele Prisco, consigliere comunale di Perugia, Popolo della Libertà.
Cosa si potrebbe fare per risolvere la situazione?
“Inutile fare opere pie e beneficienza solo per gettare fumo negli occhi del proprio elettorato. L’amministratore deve prendere decisioni che accontenteranno alcuni e scontenteranno altri. Non si può continuare a stare nel mezzo. La vicenda di Villa Nanni, è un problema complesso da affrontare, e va visto da più lati. Dal lato dei cittadini, che vedono quotidianamente l’abbandono e il degrado con relativi problemi di microcriminalità. Altro punto di vista è quello di quei poveri bambini che vivono in condizioni igieniche pessime e al freddo”.
Quindi?
“E ‘chiaro che l’amministrazione deve fare qualcosa, in primis un sopralluogo con forze dell’ordine, assistenti sociali e medici dell’Asl e successivamente trovare una soluzione a tutte le problematiche che villa Nanni comporta”.
fonte:piazzolanotizia.it