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Nuova intervista

Da Mfshepard @MFShepard

Bostonian Library
Abbiamo rilasciato una nuova intervista, rivelando nuove succose anticipazioni sul romanzo I colori della nebbia, sul blog Bostonian Library.
Qui sotto potete leggerne un piccolo estratto. Per l'articolo completo vi rimando a questo link:
http://bostonianlibrary.blogspot.it/2013/09/intervista-esclusiva-alle-autrici-di-i.html
-Volendo presentare il vostro romanzo "I colori della nebbia" al pubblico del Bostonian Library, cosa vorreste dire ai lettori?
Nuova intervistaM. Scrivendo I colori della nebbia abbiamo cercato di creare un romance che uscisse dai soliti schemi. Matilde, la protagonista femminile, è una ragazza che ha subito un grave trauma e ne è uscita cambiata per sempre. Lo sta superando, ma sa che non tornerà più come prima e sta cercando con coraggio di riprendere una vita normale. Anche William è stato per sempre segnato dalla guerra che ha combattuto ed è rimasto distaccato dal mondo che lo circonda. Sono due personaggi con un passato difficile, che si sentono diversi dalle altre persone, ma che l'uno nell'altra troveranno un prezioso appoggio. Il nostro fine era costruire due protagonisti a tutto tondo, con dei problemi reali e realistiche reazioni, speriamo di esserci riuscite. Ma starà ai lettori giudicare. Posso solo anticiparvi che abbiamo messo di tutto e di più in questo libro: ironia, avventura, mistero, passione, non manca nulla.
Nuova intervistaF. Come ha anticipato Mary, si tratta di un romance, ma in esso c’è di più. Abbiamo lasciato ampio spazio all’avventura e al giallo che si dipana durante lo svolgimento della trama. Abbiamo creato personaggi secondari divertenti, disperati, spietati, ma sempre umanamente condivisibili. Il ventaglio di emozioni e stati d’animo descritti è ampio, ma il faro che regge le fila della vicenda è l’amore. William e Matilde sono due persone appartenenti a mondi apparentemente diversi, perché lei è di famiglia borghese e mantovana, lui è un maggiore austriaco di nobili origini. Tuttavia, le loro strade si uniscono indissolubilmente e la passione divampa, il loro amore costantemente in pericolo vi terrà sul filo di lana fino all’ultimo! Insomma, cari Bostonian reader, se vorrete perdervi nelle atmosfere sfarzose del 1815, conoscere la splendida città di Mantova e fare il tifo per una coppia che merita di stare unita, a dispetto di ogni intrigo, I colori della nebbia è il libro che fa per voi.
- Il vostro romanzo nasce da un'immagine, da un personaggio, da una situazione o altro ancora?
F. Nasce per un buon 40% dalla decisione di ambientare la vicenda nella nostra città, Mantova, dalle conseguenti ricerche storiche, che ci hanno impegnate nei primi mesi di stesura. La percentuale maggiore, il 50%, è frutto delle iniziali immagini che ci hanno evocato i protagonisti. Ricordo un pomeriggio piovoso, a casa di Mary, alla sua scrivania, entrambe reduci da una giornata lavorativa impegnativa ma con la voglia di gettare le basi di un progetto che, nonostante non fosse ancora stata scritta una sola parola, ci aveva già coinvolte. Nacque quel pomeriggio I colori della nebbia, mentre decidevamo di che colore avrebbe avuto occhi e capelli William e discutevamo sulle caratteristiche fisiche di Matilde. Il rimanente 10% è opera della nostra testardaggine, siamo diverse in tutto e per tutto, ma siamo entrambe molto determinate. Ciò è contemporaneamente positivo e negativo, perché il romanzo è stato frutto di lotte e momenti di immediata comprensione, sempre e comunque con il faro davanti di riuscire a dare al pubblico un buon lavoro.

M. Direi che è nato dai protagonisti, prima sono venuti loro, e poi il romanzo ha seguito a ruota. Come ho detto prima, abbiamo puntato a creare un uomo e una donna veramente speciali.

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- Scrivere a 4 mani è complicato oppure un'avventura impagabile?
M. Entrambe le cose. Richiede organizzazione e la disponibilità di continuare a confrontarsi su ogni idea. Ma è anche più semplice che non scrivere da soli, a volte, poiché c'è sempre qualcuno a cui chiedere aiuto, o a cui appoggiarsi, o che è pronto a spronarti.
Nuova intervistaF. Scrivere a quattro mani è stato formativo per entrambe perché, prima di iniziare a fare editing con la splendida redazione Harlequin, siamo state l’una l’editor e la principale critica dell’altra. Ma è stato anche un lavoro più lungo del normale perché quando nascono le scene, sempre discusse e condivise in ogni loro parte, devono essere armonizzate per evitare ci sia un eccessivo salto stilistico fra le parti. Come dicevo prima, siamo molto diverse, se non avessimo lavorato molto sul collante che teneva insieme le parti del romanzo, la cosa sarebbe balzata eccessivamente all’occhio. Sono contenta e orgogliosa di avere Mary come compagna di avventura!
- Perché scegliere un nome de plum (anglossassone) piuttosto che puntare sui vostri veri nomi?  Più una coperta di linus o un omaggio particolare a qualche autore/autrice a voi caro?
M. E' stato un omaggio alle nostre autrici romance preferite. Io adoro Mary Balogh, perciò sono diventata Mary Shepard. Tra i miei romanzi preferiti in assoluto c'è il suo libro The famouse heroine. Amo il modo in cui riesce a esprimere concetti complessi con apparente semplicità.
F. Un omaggio alla autrici inglesi, che amiamo tanto e che rappresentano la spina dorsale del romance, ma con la voglia di mantenere qualcosa di nostro perché Frances è la traduzione del mio nome, Francesca.

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- Da cosa è nato il bisogno di scrivere proprio questa storia: una necessità impellente o piuttosto un'esperienza che vi sentivate giunta a maturazione?
F. Tutto nacque dalla follia di due universitarie prossime alla tesi, forse dall’esaurimento nervoso in cui versavamo a pochi mesi dalla laurea… Avevamo un buon periodo storico da approfondire, che è stato oggetto delle nostre tesi, avevamo accumulato entrambe un po’ di esperienza e ci sentivamo pronte per una nuova avventura. Ci siamo dette: tentiamo e l’abbiamo fatto!
M.Avevamo entrambe già scritto altro prima di questo romanzo, provare a scrivere a quattro mani era una nuova sfida, un esperimento, ma anche un banco di prova. Poi l'editing con una grande casa editrice ci ha fatto veramente maturare molto.
- Cosa è stato più complicato imprimere sulla carta de "I colori della nebbia" : un personaggio, una situazione o la trama?
Nuova intervistaM.Forse far funzionare alcuni punti della trama. Abbiamo inserito un mistero da risolvere nel romanzo, perciò i colpevoli non dovevano essere troppo palesi fin dall'inizio, né alla fine, doveva essere troppo semplice per i protagonisti tentare di fermarli. Creare scene mozzafiato, ma verosimili non è semplice. A un certo punto della stesura, mentre eravamo a fare shopping, mi sono ritrovata a dire a Francesca : “E se ci ispirassimo a CSI per questa scena?” Il che , capirete è un tantino anacronistico, ma come spunto può anche funzionare … Non posso rivelare altro.
F. Inizialmente è stato complicato intenderci alla perfezione sui personaggi. Io dicevo William è così e Mary aveva un’altra idea, lei pensava a come avrebbe reagito Matilde a un problema e io ero completamente fuori sincronia quando scrivevo di lei. Abbiamo dovuto accordare la pedalata come in tandem! Man mano che si proseguiva, però, i caratteri dei personaggi sono venuti spontaneamente a galla, mentre emergevano problemi con la trama. Per rendere dei malvagi credibili credo ci voglia un movente, perciò crearlo ci ha fatte esplorare il mondo della giallistica per riuscire a essere efficaci. Comunque non ci sono mai stati punti di blocco totale, nulla che una buona sessione di shopping compulsivo non possa risolvere, fortunatamente!

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