"Chiamatelo 'Italicum' senza problemi". A parlare è Matteo Renzi alla direzione Nazionale del Pd, spiegando che la sua proposta di legge elettorale non si ispira né al modello spagnolo, né a quello tedesco. Anche se ammette che avrebbe "apprezzato un sistema spagnolo, che alimenta due grandi partiti o coalizioni e riduce il potere di veto dei partitini. Ci è stato chiesto di evitare una frattura nella maggioranza di governo. Di qui ripartizione nazionale seggi, a cui anche Forza Italia "ha detto responsabilmente sì", dice il neo segretario del Pd aggiungendo che con l'Italicum si possono formare delle "alleanze per vincere e governare".
"Noi stiamo discutendo non di regole ma di recuperare la dignità perduta. - afferma Renzi - Entro il 15 febbraio il Pd presenterà il ddl costituzionale per la trasformazione del Senato che, ci auguriamo, sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ne ho parlato anche con il vice premier Angelino Alfano. Ci sono 20 giorni per discutere".
Poi, Renzi spiega come funziona la nuova legge elettorale italiana: "Un premio di maggioranza al massimo del 18% per chi arriva almeno al 35% e che porti al 53 minimo e al 55 massimo. Se non si arriva al 35% avremmo ugualmente un governo di larghe intese ed un premio del 26% sarebbe incostituzionale dopo la sentenza della Corte quindi, la necessità di un doppio turno, un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra singoli o aggregati di singoli, senza possibilità di apparentamento. Soglie "del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni. I restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri. Personalmente - prosegue Renzi - non ho niente contro le preferenze. Ma l'accordo politico raggiunto non prevede le preferenze. Se ci saranno le elezioni da qui al 2018, prendo due impegni con chiarezza: le primarie per i parlamentari e la rappresentanza di genere. Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, compreso Titolo V e Senato: deve essere chiaro, non è una riforma 'à la carte', o tutto o viene meno l'accordo".E proprio sull'accordo con Forza Italia, Renzi dice: "E' un passo in avanti straordinario perché ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato". E sulle critiche ricevute sul suo incontro con il leader di Forza Italia afferma: "Dire che dovevo parlare con Forza Italia ma non con Berlusconi è una contraddizione in termini: o si decide di non parlare con Forza Italia o si parla con Silvio Berlusconi. Con chi avrei dovuto parlare, con Dudù o con la personalità politica che ha creato e ricreato Forza Italia?". Quindi, conclude, "oggi è la dimostrazione di un accordo che va oltre la scadenza del maggio 2014" ed "è stato ingeneroso sentirsi dire per mesi che volevo fare le scarpe a Enrico Letta".Intanto sul suo blog, Beppe Grillo scrive: "La legge elettorale Renzie-Berlusconi, il 'Pregiudicatellum', prevede che i partiti si scelgano i propri parlamentari. I cittadini devono stare a guardare. Liste bloccate con nominati da pregiudicati e condannati in primo grado e nessuna preferenza. Oltrelarottamazione c'è la riesumazione del condannato e la sepoltura del volere degli elettori". A.D.P.