Nonostante le smorfie di una Karerina/Knightley non completamente nella parte e di un Vronsky/Johnson poco affascinante (c’è chi obietterà che l’amore non risponde a logiche legate all’estetica e alla razionalità), il film di Joe Wright non snatura il messaggio dell’opera tolstoiana (smascherare le ipocrisie della società russa della seconda metà dell’Ottocento) presentandolo con notevole maestria tecnica e ottimo ritmo: la passione amorosa che lega i due protagonisti è come la luce di un treno che corre veloce nella neve travolgendo tutto quello che trova davanti a sé (le convenzioni sociali e la stessa protagonista).
Tutto questo è possibile grazie alla coraggiosa scelta di ambientare parte della vicenda all’interno di un teatro, servendosi di scenografie mutanti e movimenti di macchina che enfatizzano il crescendo drammatico degli avvenimenti.
Peccato che i due protagonisti non siano riusciti a veicolare adeguatamente il sentimento della passione amorosa più travolgente (attualizzando, la tensione sessuale). Solo così la rappresentazione sarebbe stata davvero memorabile. Buono il contrappeso della storia parallela tra Konstantin e Kitty, nota dolce che celebra il valore sovversivo di una vera scelta d’amore.
Voto: 3 ½ su 5
(Film visionato il 2 marzo 2013)