Non ci troviamo di fronte né all’Allen più in forma né ad un film dalla dirompenza che possa imporlo come una delle migliori pellicole degli ultimi tempi. L’idea di fondo è certamente buona, ma sicuramente troppo inflazionata e appesantita da “colpi di scena” che ci sembrano più concepiti per ingraziarsi il pubblico che per far fare un salto di qualità alla storia. Come se non bastasse numerosi sono i cliché usati ed abusati e perciò poco interessanti: la donna che vuole vivere a tutti i costi al di sopra delle proprie possibilità (economiche e culturali) e che non si rassegna al fatto di aver perduto tutto per colpa di un marito truffatore; il marito truffatore e quindi fedifrago impenitente (conseguenza fin troppo banale); il figlio che dopo aver scoperto i misfatti del padre decide di cambiare radicalmente vita, dopo un inevitabile periodo di sbandamento; la sorella sfigata che ha un compagno sfigato e che quando trova l’uomo che le potrebbe assicurare uno stile di vita migliore tradisce il compagno sfigato ma poi prende una fregatura e si accorge che il vero amore era quello del compagno sfigato e allora torna sui suoi passi.
Nulla ci spiazza in questo film che restituisce un Allen effettivamente più vivo, ma non abbastanza caustico e profondo. In poche parole, ci sorbiamo una storiella prevedibile, quasi superficiale, all’insegna del già visto e della misoginia. Oscar alla Blanchett quasi assicurato se si pensa che le interpretazioni di pazzi ed esauriti piacciono sempre molto a pubblico e addetti ai lavori. Voto: 2 su 5 (Film visionato il 17 dicembre 2013)