Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit) di Jean-Pierre e Luc Dardenne con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne Drammatico, 95 min., Belgio, Francia, Italia, 2014 Sandra, dipendente di una piccola azienda che produce pannelli solari, è in procinto di rientrare al lavoro dopo essersi ripresa da una brutta depressione quando viene raggiunta dalla telefonata di una collega che la informa che buona parte dei colleghi hanno votato per il suo licenziamento in cambio di un bonus in busta paga. Sandra vuole gettare la spugna ma, grazie ad una collega che riesce ad ottenere una seconda votazione e ad un marito che la supporta, trova la forza di giocare la sua ultima carta: incontrare uno per uno i colleghi, nel fine settimana, per convincerli a votare per il suo reintegro. Ciò che colpisce di più di quest’opera è la semplicità degli elementi che la compongono: la regia dei fratelli Dardenne si fa classica (scompare l’onnipresente telecamera che segue il personaggio principale per una più ampia varietà d’inquadrature, semplici e misurate), la sceneggiatura è lineare, i dialoghi sobri, la recitazione puntuale. Potremmo dire che come Lou Reed è riuscito a scrivere canzoni che schiudono mondi maledettamente reali con pochi e semplici accordi, con questa loro ultima fatica i fratelli Dardenne hanno messo in atto l’insegnamento bressoniano dell’alleggerimento dei “significanti” per un raggiungimento più diretto del cuore del “significato”. Ne è scaturita una storia incisiva e verosimile (perché encomiabilmente legata ai tempi), che si sublima in un finale di rara profondità e rilevanza. Voto: 4 su 5 (Film visionato il 29 novembre 2014)
Nuova recensione Cineland. Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Creato il 01 dicembre 2014 da L'Immagine Allo SpecchioDue giorni, una notte (Deux jours, une nuit) di Jean-Pierre e Luc Dardenne con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne Drammatico, 95 min., Belgio, Francia, Italia, 2014 Sandra, dipendente di una piccola azienda che produce pannelli solari, è in procinto di rientrare al lavoro dopo essersi ripresa da una brutta depressione quando viene raggiunta dalla telefonata di una collega che la informa che buona parte dei colleghi hanno votato per il suo licenziamento in cambio di un bonus in busta paga. Sandra vuole gettare la spugna ma, grazie ad una collega che riesce ad ottenere una seconda votazione e ad un marito che la supporta, trova la forza di giocare la sua ultima carta: incontrare uno per uno i colleghi, nel fine settimana, per convincerli a votare per il suo reintegro. Ciò che colpisce di più di quest’opera è la semplicità degli elementi che la compongono: la regia dei fratelli Dardenne si fa classica (scompare l’onnipresente telecamera che segue il personaggio principale per una più ampia varietà d’inquadrature, semplici e misurate), la sceneggiatura è lineare, i dialoghi sobri, la recitazione puntuale. Potremmo dire che come Lou Reed è riuscito a scrivere canzoni che schiudono mondi maledettamente reali con pochi e semplici accordi, con questa loro ultima fatica i fratelli Dardenne hanno messo in atto l’insegnamento bressoniano dell’alleggerimento dei “significanti” per un raggiungimento più diretto del cuore del “significato”. Ne è scaturita una storia incisiva e verosimile (perché encomiabilmente legata ai tempi), che si sublima in un finale di rara profondità e rilevanza. Voto: 4 su 5 (Film visionato il 29 novembre 2014)
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