Breve premessa "È tardi è tardi è tardi". In questo periodo, tra tesi e lavoro, mi sento un po’ come il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie. Pertanto eccovi, per forza di cose, una recensione flash che più flash non si può.
Trama (Per il riassunto vedere la pagina Wikipedia del film o quella miriade di blog che vi propongono una recensione che altro non è che un riassunto dell’intera vicenda). In quest’opera clooneyana i colpi di scena non mancano, ma la trama sembra un filino troppo semplice e lineare. E, fidatevi, non è un pregio. È un vero peccato che il tema "comunicazione&politica", che aveva già dimostrato di essere molto affascinante (v. L’uomo nell’ombra di Roman Polanski, 2010), sia stato trattato in modo così approssimativo, quando invece avrebbe meritato di essere portato in primo piano (è proprio il caso di dirlo) e sviscerato. Dopo Good Night, and Good Luck (2005) Clooney riconferma sì di voler parlare di temi forti (qui le ipocrisie e le bugie dell’ambiente politico), ma non riesce a conferire alla pellicola quell’incisività necessaria per renderla memorabile. (E mentre sto scrivendo penso: sai che novità per noi italiani parlare delle bugie e delle nefandezze della politica!)
Recitazione Avevamo ormai capito che Clooney non è un attore molto versatile. Gosling, qui protagonista, è sulla stessa strada (e per questo giudizio considero anche la prova di Drive). Che poi è la stessa di tutti gli attori "monofaccia" (v. John Cusack, Christian Bale, ecc.). Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman, invece, impreziosiscono questo film con due piccole ma efficacissime parti secondarie. Qui mi fermo, in attesa di tempi migliori. Anche cinematografici. Certo questo film, benché buono, farà fatica a rimanere nella nostra memoria.
Voto: 2½su 5
(Film visionato il 25 gennaio 2012)