Xi Jinping durante il recente lancio della campagna per promuovere la nuova Rivoluzione Culturale
Nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche, il rappresentante di governo Xinhua ha evidenziato il ruolo positivo delle riforme, volte “ad accrescere la coesione dei cuori del Partito e del Popolo, consolidando il legame nella carne e nel sangue” -slogan tipici della rivoluzione culturale maoista e giustificativi dei pongrom che ne conseguirono-. Forse è anche per questo che il professore universitario cinese Xu Zhiyong, fondatore del movimento Gongmeng, è stato arrestato il 16 luglio scorso a Pechino con l’accusa di aver tentato di radunare le folle e disturbare l’ordine pubblico. Gongmeng promuove infatti il rispetto per la legge e per i diritti fondamentali al di là dell’appartenenza al Partito Comunista e delle politiche discriminatorie promosse dal governo.
L’avvocato e professore universitario Xu Zhiyong
Secondo l’organizzazione Human Rights in China, Xu avrebbe subito da tempo ripetute intimidazioni per la sua pretesa di rendere noto l’ammontare dei singoli patrimoni personali all’interno del Partito Comunista. In almeno un’altra occasione, sarebbe stato costretto agli arresti domiciliari dopo essere stato prelevato all’aeroporto mentre si accingeva a partire per Hong Kong. La richiesta di una maggiore trasparenza da parte della classe politica è già stata avanzata alcuni anni fa da Hu Jintao, per poi essere discussa dall’Assemblea Nazionale del Popolo lo scorso mese di marzo. Da allora, però, il dibattito si è fermato e gli arresti di liberi pensatori si sono moltiplicati. Dal canto suo, il segretario generale del partito Jinping non ha mai fatto riferimento alla necessità di colpire la corruzione diffusa tra i governanti cinesi, né ha precisato quale sarà la sorte delle misure anti-corruzione proposte dall’ala liberale dei pensatori cinesi. Restano attualmente indagati per aver commesso gravi reati finanziari alcuni storici esponenti del governo, quali il viceministro alla Commissione per lo sviluppo nazionale e le riforme, l’ex vicegovernatore del Sichuan e l’ex segretario del Pcc.
Silvia Dal Maso
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