La Sacra Sindone, conservata nel Duomo di Torino, continua a far parlare di sé. Considerata una delle più importanti reliquie della cristianità, è da sempre fonte di mistero. Rappresenta il lenzuolo funebre di Gesù: una pezza di lino, lunga poco più di 4 metri, considerata il suo sudario.
Il lenzuolo utilizzato per avvolgere la salma durante il trasporto dalla croce al sepolcro. Sulla stoffa è impressa l’immagine di un corpo maschile, nudo, che recherebbe ferite compatibili con quelle descritte nella passione di Cristo. Molti sono coloro che hanno sempre gridato al miracolo; mentre altri hanno cercato di dare una spiegazione scientifica al fenomeno. E meno male.
Una nuova teoria si sta facendo strada in questi giorni, poiché i ricercatori del politecnico di Torino hanno fornito nuove risposte. Essi ritengono che le emissioni di neutroni che si sarebbero verificate durante un terremoto, avvenuto intorno alla data di morte di Gesù, avrebbero creato l’immagine misteriosa della Sacra Sindone. Il potente sisma, di magnitudo 8.2, avvenuto a Gerusalemme nell’anno 33 d.c., sarebbe stato abbastanza forte da liberare le particelle di neutroni dal pietrisco.
Questa “pioggia” potrebbe avere impresso un’immagine come fanno i raggi x sul sudario di lino, reagendo con i nuclei di azoto. Inoltre le emissioni di radiazioni avrebbero aumentato il livello di radiocarbonio nella Sindone confondendo il famoso test, condotto nel 1988 dall’Università di Oxford, dal quale risultò che la stoffa aveva solo 728 anni di età e quindi era un falso. Per spiegare in breve il concetto del carbonio -14, possiamo dire che tutti gli esseri viventi hanno lo stesso rapporto di carbonio stabile e carbonio -14 radioattivo. Dopo la morte, il carbonio radioattivo decade con un andamento prevedibile nel tempo. Ecco perché gli scienziati possono pronosticare la concentrazione di carbonio -14 nei materiali archeologici come tessuti, ossa e legno per stimarne l’età.
I ricercatori A. Carpinteri, G. Lacidogna e O. Borla si sono basati sulla documentazione storica. Hanno simulato il fenomeno naturale schiacciando dei campioni di rocce, scoprendo che le emissioni di neutroni avrebbero potuto verificarsi durante un terremoto come quello che colpì Gerusalemme nel 33 d.c, e avrebbero potuto innescare reazioni chimiche tali da fare in modo che si formasse l’immagine del volto sul sudario.
Onde di pressione ad alta frequenza, generate nella crosta terrestre durante questo terremoto, avrebbero potuto produrre emissioni di neutroni significative. Queste emissioni avrebbero interagito direttamente con gli atomi di azoto nelle fibre di lino, inducendo reazioni chimiche che hanno creato l’immagine del corpo nel sudario.
Lo studio è pubblicato sulla rivista “Meccanica” e terrebbe conto che, intorno al periodo della morte di Cristo, ci sarebbero stati dei terremoti disastrosi, documentati da almeno 3 opere letterarie. Tali risultati potrebbero essere considerati come la prova definitiva che dimostra l’autenticità della Sacra Sindone, soprattutto per il fatto che i ricercatori italiani affermino che la datazione della reliquia dell’Università di Oxford, fatta nel 1988, sia errata.
Tuttavia, c’è chi dubita della validità di questa ricerca, sottolineando che la datazione al radiocarbonio eseguita in altre aree sismicamente attive, come per esempio il Giappone, solitamente non è stata mai imprecisa.
Gordon Cooke, professore di geochimica ambientale all’Università di Glasgow ha dichiarato a LiveScience: “Chi ha datato con il radiocarbonio i materiali di quell’epoca non ha mai riscontrato niente di simile”.
Sulla datazione della Sindone i pareri rimangono controversi. Nel 2013 il professor Giulio Fanti ed un gruppo di ricerca dell’Università di Padova hanno eseguito un test secondo il quale il sudario che avrebbe avvolto Gesù sarebbe risalito ad un periodo che va dal 300 a.c al 400 d.c.. Molto generico quindi.
Il primo riferimento documentato sulla Sacra Sindone risale al XIV secolo, quando si credeva che un cavaliere francese fosse in possesso del panno, nella città di Lirey. La Sindone deve avere cambiato proprietario molte volte fino al 1578, quando è finita nella sua sede attuale, la Cattedrale di San Giovanni Battista a Torino.
Nel 1898 un avvocato di nome Secondo Pia ha scattato la prima fotografia conosciuta del tessuto. Il suo negativo ha rivelato nuovi dettagli, compresi i tratti del viso che sono nascosti ad occhio nudo. Le ricerche proseguiranno e verranno sicuramente effettuati nuovi studi.
Naturalmente la Sindone rimane una “questione” di fede, e quindi starà alla discrezione di ognuno darne la giusta interpretazione. Per chi crede, questo studio non cambia molto, né i commenti che verranno. Quella della Sindone è una “spiegazione” che ciascuno conserva da sempre dentro di sé.
Written by Cristina Biolcati