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Nuova Zelanda la nuova patria del vino di qualità

Da Vini&terroir

Siamo agli antipodi italiani ed è un paese che sta proponendo grandi vini. In una recente degustazione delle più grandi crus del mondo, svoltasi a Parigi nel 2011 e guidata da Olivier Poussier , moltissimi vini sono stati assaggiati, commentati e giudicati. Il risultato? Ebbene la nazione con un livello molto alto, direi eccezionale è risultata la Nuova Zelanda seguita dal Portogallo. La degustazione è stata organizzata da Valade e Transadine, un gruppo che importa le principali aziende mondiali. Per esempio in Italia ha delle aziende come Angelo Gaja, Felsina, Avignonesi, Lungarotti, Fattoria del Cerro, Spinelli, Lungarotti,Colterenzio, Tua Rita ed altri ancora. In Spagna importa il mitico Alvaro Palacios, Toro Albala, Palacios Remondo, Valdamor etc etc. In Australia ha nel port-folio aziende che amo parecchio come Charles Melton e D’Arenberg. Insomma un pacchetto vini di tutto rispetto. Ritornando alla degustazione , Olivier Poussier è colui che ha presentato e guidato la degustazione. Per chi non lo conosce, Olivier, è stato eletto migliore sommelier di Francia nel 1990 e del mondo, a Montreal, nel 2000, è una vera e propria personalità nel mondo vinicolo internazionale e quando posso assisto volentieri alle sue degustazioni perchè riesce a parlare dei vini in maniera molto semplice ed approfondita.

Nuova Zelanda la nuova patria del vino di qualità

La Nuova Zelanda è stata la mattatrice della competizione. Ricordo che nell’ultimo Decanter World Wine Awards il primo giorno ho degustato i sangiovesi italici insieme ad un noto giornalista asiatico, il quale , il giorno dopo assaggiando i rossi della nuova zelanda, mi ha detto: ” Maxximo these are good red wines”…..  Insomma per dire che non solamente i Sauvignon Bianchi di Marlborough piacciono ma ora fanno bene anche i vini rossi!!! Il territorio , il clima, la tecnica, i mezzi per far conoscere il vino nel mondo, insomma hanno tutto. Mi ricordo che già diversi anni fa,mi piacevono dei cabernets e dei merlots prodotti in quel paese, ma adesso stanno producendo dei pinot noir da favola: gli unici in grado di avere una certa eleganza e complessità come quelli della Borgogna. Un paese da seguire in campo vinicolo e non solamente , per chi ama il rugby come me, per i loro All Blacks!!! Inoltre , attenzione, attenzione perchè iniziano a produrre degli ottimi spumante a metodo tradizionale. Tra i vni assaggiati mi hanno colpito , in positivo, particolarmente questi due vini:

Dog Point Marlborough Sauvignon blanc 2010 

Nuova Zelanda la nuova patria del vino di qualità

Domaine biodinamico. L’enologo è lo stesso che ha lanciato il famoso Cloudy Bay: Dog Point che ha conservato 20 ha dei suoi migliori vigneti a Marlborough ed ha venduto i restanti 200 ha a Cloudy Bay. Marlborough è una regione dell’isola del sud,molto soleggiata, con un’escursione termica molto importante ed una bassa piovosità.L’ideale per produrre vini di qualità. Il vino conosce solamente le cuvee in acciaio. Ortiche , fiori bianchi molto delicati, una piccola parte leggermente vegetale ( peperoni) associati ad un minerale estremo per un equilibrio finale superbo. Siamo veramente ad un livello molto alto.

Felton Road Block 3 Pinot Noir 2010 

Nuova Zelanda la nuova patria del vino di qualità

Siamo nella parte sud della regione delCentral Otago, vicino alla città di  Bannockburn.  Qua troviamo terroirs molto ventilati,contrariamente a quelli della Hawke’s Bay, nell’isola del nord regione che è più proprizia ai Cabernets ed ai Merlots. Il suolo è argilloso calcareo. L’invecchiamento è compreso tra i 12 ed i  15 mesi. Quando assaggiamo questo vino ci domandiamo perchè un appassionato di vino, dotato di un minimo di buon senso, dovrebbe acquistare un altro vino: qua si trova tutto, dalla elevata qualità del frutto con una grande complessità, anzi un’incredibile complessità. Il naso è abbastanza selvaggio, erba e terre insieme ai frutti rossi, e la sua struttura abbastanza importante non penalizza la finezza e la leggerezza. Se proprio vogliamo paragonarlo ad un Borgogna, penso ad un grande Cote des Nuits: se vogliamo azzardare ( ma neanche tanto…) sembra un Chambolle Musigny  Les Fuees di Frederic Mugnier con questa parte terrosa su una base di frutti neri che caratterizza i due vini.

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