19 maggio 2015 Lascia un commento
Al Palazzo Santa Margherita, sede della Galleria Civica di Modena, unica sopravvissuta al magnamagna pseudo Expo, sono visibili fino al 7 Giugno 2015 molte opere che come titolo suggerisce, sono entrate da poco a far parte della collezione permanente.
Fotografie, quadri e disegni di artisti in gran parte modenesi ma non solo, molte le donazioni di privati e degli artisti stessi, nonché l’occasione buona per presentare vecchie acquisizioni fino ad oggi senza un contesto per essere presentate. Tanti i nomi e ancor di piu’ le opere, molti quelli nuovi, almeno per me e altrettanti gia’ visti.
Per gli elenchi rimando al sito ufficiale ma cio’ che vale la pena evidenziare sono le 114 incisioni donate dall’Associazione per la diffusione dell’opera artistica di Modena che alla sua chiusura non ha disperso le opere raccolte negli ultimi 30 anni.
Altra importante acquisizione e’ la notevole raccolta di opere di Giorgio Preti, giovane artista modenese scomparso nel 1961 a soli 21 anni, un vero talento a giudicare da quanto ho visto, un futuro certamente importante del quale purtroppo resta solo molto rammarico.
Schizzi e disegni di qualita’ altissima, uno stile in evoluzione ma gia’ ben definito. Nel 2106 e’ prevista una piu’ ampia retrospettiva che aspettero’ con molto interesse ed attenzione.
Che dire, gusti a preferenze a parte, e’ inevitabile che la qualita’ sia discontinua. Non faccio nomi ne’ graduatorie ma di massima le fotografie mi hanno poco impressionato, alcune poi mi hanno lasciato davvero perplesso.
Molto meglio quadri, stampe e dipinti con netta preferenza per le opere meno recenti laddove inevitabilmente, il nome fa da garanzia.
E a proposito di garanzia, uso di prepotenza il mio spazio per segnalare che anche Fabrizio Loschi, amico e stimato artista modenese, e’ presente all’esposizione e saro’ di parte ma ancora una volta i suoi lavori sanno emozionarmi e mi ritrovo a casa negli archetipi che contraddistinguono la sua cifra stilistica, origini che ritroviamo all’alba del classicismo occidentale e che il secolo scorso ha restituito con la forza di un novecento che non vuole essere coordinata temporale ma espressione di idee tra metafisica e tradizione. Iconico, nella sua semantica l’infinita possibilita’ espressiva di un mondo che non cessa mai di raccontare il peggio e il meglio possibile, nell’impossibile distinzione tra incubo e sogno.
Anche grazie a lui, diventa una mostra piccola ma interessante che vede tra i protagonisti tracce dell’ex direttore Marco Pierini del quale si sente ancora la forza delle idee, percio’ godiamoci quel che resta.
Fotografie, quadri e disegni di artisti in gran parte modenesi ma non solo, molte le donazioni di privati e degli artisti stessi, nonché l’occasione buona per presentare vecchie acquisizioni fino ad oggi senza un contesto per essere presentate. Tanti i nomi e ancor di piu’ le opere, molti quelli nuovi, almeno per me e altrettanti gia’ visti.
Per gli elenchi rimando al sito ufficiale ma cio’ che vale la pena evidenziare sono le 114 incisioni donate dall’Associazione per la diffusione dell’opera artistica di Modena che alla sua chiusura non ha disperso le opere raccolte negli ultimi 30 anni.
Altra importante acquisizione e’ la notevole raccolta di opere di Giorgio Preti, giovane artista modenese scomparso nel 1961 a soli 21 anni, un vero talento a giudicare da quanto ho visto, un futuro certamente importante del quale purtroppo resta solo molto rammarico.
Schizzi e disegni di qualita’ altissima, uno stile in evoluzione ma gia’ ben definito. Nel 2106 e’ prevista una piu’ ampia retrospettiva che aspettero’ con molto interesse ed attenzione.
Che dire, gusti a preferenze a parte, e’ inevitabile che la qualita’ sia discontinua. Non faccio nomi ne’ graduatorie ma di massima le fotografie mi hanno poco impressionato, alcune poi mi hanno lasciato davvero perplesso.
Molto meglio quadri, stampe e dipinti con netta preferenza per le opere meno recenti laddove inevitabilmente, il nome fa da garanzia.
E a proposito di garanzia, uso di prepotenza il mio spazio per segnalare che anche Fabrizio Loschi, amico e stimato artista modenese, e’ presente all’esposizione e saro’ di parte ma ancora una volta i suoi lavori sanno emozionarmi e mi ritrovo a casa negli archetipi che contraddistinguono la sua cifra stilistica, origini che ritroviamo all’alba del classicismo occidentale e che il secolo scorso ha restituito con la forza di un novecento che non vuole essere coordinata temporale ma espressione di idee tra metafisica e tradizione. Iconico, nella sua semantica l’infinita possibilita’ espressiva di un mondo che non cessa mai di raccontare il peggio e il meglio possibile, nell’impossibile distinzione tra incubo e sogno.
Anche grazie a lui, diventa una mostra piccola ma interessante che vede tra i protagonisti tracce dell’ex direttore Marco Pierini del quale si sente ancora la forza delle idee, percio’ godiamoci quel che resta.