Nuove allergie: l’iperacusia

Creato il 24 marzo 2011 da Frankezze

Avete presente  i rumori della vita domestica?
E quelli che ci sono all’aperto, in una città moderna?
Magari vi siete abituati e non fate nemmeno più caso alle ambulanze, alle sirene della polizia, ai martelli pneumatici, alle grida, alle frenate delle macchine, alla musica in ogni singolo negozio, ai treni, agli aerei e a tutto quello che  vive in una città. Che poi la regola è: più è grande l’area metropolitana, più le persone si muovono in fretta e i suoni e rumori si sommano e crescono.
Di certo sono molto diversi da quelli di un piccolo paesino di campagna.
Difficile sentire un usignolo cantare, in città.
Più facile riconoscere il battito d’ali di un piccione, per essere pronti a schivarlo.
In città si sviluppano nuovi istinti e nuovi bisogni.
In questo momento, ad esempio, vi scrivo al ritmo della lavatrice.
E di sicuro c’è chi odia questo tipo di rumore.
A me, invece, rilassa.
Come il phon o l’aspirapolvere.
Ma, oltre a chi modifica i propri impulsi naturali, in città c’è anche un’altra categoria di persone.
Quella di chi non si adatta: i Residenti.
I Residenti vivono sempre vicino ad un luogo rumoroso. O sonoro. Per loro non c’è differenza.
Una sirena d’allarme o un concerto di musica pop sono la stessa cosa per un Residente.
Lui si incazza.
E sta male, davvero.
Entrambe le cose gli provocano sconvolgimenti interni, eruzioni cutanee e un irresistibile prurito alle dita, che trova sollievo soltanto al contatto con il 112 e il 113.
Non può farci niente, il Residente.
Lui ci prova a non sentire.
Acquista solidi tappi antirumore. Isola le finestre di casa e investe in corsi di meditazione.
Ma dopo un certo periodo, anche questi rimedi si rivelano inutili.
Tanto è grande il suo malessere, che il Residente pensa a cambiare casa.
E spesso la cambia.
Ma si ritrova comunque vicino ad un altro luogo rumoroso.
A quel punto perde la testa.
Si attacca al telefono dalle undici di sera di ogni santo giorno e non dà pace a quegli sciagurati fino a quando il silenzio più assoluto non lo avvolge.
Non è mica stronzo.
Soffre di una malattia seria, lui.
E in Italia ce ne sono altri 59mila come lui. Sono affetti dall’allergia al rumore: l’iperacusia.
Mica una cosa da niente. Sono davvero a rischio.
Ché se non si curano, questi signori qui, rischiano di diventare misofonici o, addirittura, fonofobici.
E  poi dopo ci ritroviamo tutti dentro un istituto, psichiatrico o penitenziario che sia.


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