In Francia, a sud di Parigi, si è arrivati addirittura a proibire Babbo Natale, ovviamente secondo la stessa retorica: "per rispettare le diverse credenze e i valori della scuola laica", al suo posto uno spettacolo di marionette. Alcuni si sono affrettati a criticare la scelta sostenendo che Babbo Natale non ha riferimenti religiosi, ma le cose non stanno affatto così. Come ben spiegato da Pietro Barbini su Zenit.it (prima parte e seconda parte), la tradizione di Santa Claus nasce ovviamente dalla venerazione per San Nicola (detto anche San Nicola di Bari, San Nicola Magno o San Nicolò), vescovo di Myra.
Dunque, quei laicisti che eliminano il presepe parlando solo di Babbo Natale, stanno in realtà proponendo ai bambini un personaggio della tradizione cristiana. Abbiano il coraggio e la coerenza di fare un gesto radicale, sradicando davvero ogni riferimento cristiano al Natale e, di conseguenza, recandosi al lavoro il 24, 25, 26 dicembre. Come faranno altrimenti a giustificare a loro stessi e ai figli la loro partecipazione ad una festa cristiana? Quale natalità festeggiano? Di chi si festeggia la nascita?
In Italia la notizia più recente di questa crociata laicista riguarda la cittadina di Caorso, in provincia di Piacenza, dove il dirigente scolastico del'istituto comprensivo, Manuela Bruschini, ha vietato qualsiasi riferimento a temi religiosi nelle iniziative scolastiche per il Natale: "ho dato l'indicazione di evitare immagini e riferimenti religiosi [...], qualsiasi cosa indichi un solo culto e non tenga presente tutte le religioni", ha detto la Bruschini. Le proteste dei genitori sono state ovviamente molte, dall'assemblea dell'Associazione dei genitori di Caorso è emerso che "vogliamo che il presepe venga esposto e che durante la recita ci siano anche canti tipici natalizi".
Il caso è diventato di interesse nazionale, una pessima pubblicità per l'istituto scolastico e anche a livello politico si è alzato un coro di proteste bipartisan. Il capogruppo del Pd i nella provincia di Piacenza, Marco Bergonzi, ha affermato: "toccare il Natale ai più piccoli è una vergogna", mentre il consigliere regionale della Lega Nord, Stefano Cavalli, ha detto: "Questo è il multiculturalismo degenere che vorremo vedere morto e sepolto. Siamo indignati". Il sindaco di Caorso, Fabio Callori (Pdl), ha deciso di recarsi nella scuola e donare quattro presepi alle quattro sezioni dell'asilo. " Credo sia un grave errore di valutazione", ha commentato invece mons. Adriano Vincenzi, incaricato Confcooperative per la Cei. "Si pensa che la rinuncia alla propria identità faciliti il dialogo, invece per dialogare è bene conservare la propria identità. Credo non tolga niente a nessuno mettiamo in evidenza la nostra storia e tradizione, la nostra fede".
Ironia della sorte, lo stesso istituto guidato dalla Bruschini è diviso nei comuni di Caorso, Monticelli d'Ongina e San Nazzaro. Il nome di quest'ultimo comune ha un chiaro riferimento alla religione cattolica, è dunque originale che la dirigente scolastica si affanni nel voler cancellare ogni riferimento religioso nella sua scuola, mentre lo stesso Istituto è ospitato all'interno di un Paese dedicato ad un Santo cattolico. Significativo anche il fatto che la cronaca piacentina, in data 18 agosto 2004, abbia riportato la notizia che la Bruschini -iscritta senza imbarazzo al Partito Comunista Italiano e allora assessore alle Politiche Giovanili nella città di Piacenza- ha partecipato, con tanto di corna sulla testa, ad un party goliardico blasfemo e anti-cattolico (parodie delle funzioni domenicali, manifesti con suore in versione pornografica ecc.), "una nottata decisamente alternativa, senza alcun rispetto, se non per la religione cattolica, neppure per la privacy degli avventori, immortalati nelle pose e negli atteggiamenti più stravaganti".
Insomma è evidente che l'iniziativa della Bruschini -come tutte quelle laiciste che puntualmente arrivano in questo periodo- non nasce da un, seppur deleterio, intento di multiculturalismo sfrenato, ma solamente da una ideologica avversione personale alla religione cattolica.