Il telescopio spaziale Hubble ha realizzato una nuova serie di osservazioni della Nebulosa Anello, rivelando dettagli finora sconosciuti. Per la prima volta infatti, la nebulosa a forma di anello anche conosciuta come Messier 57, viene proposta in una nuova e più dettagliata versione, permettendo così agli astronomi di produrre un’immagine tridimensionale.
La sua forma l’ha resa famosa sui libri di scuola, anche se inizialmente si era ipotizzato che non vi fossero particolari materiali al suo interno. I recenti studi hanno dimostrato appunto che essa ha una struttura molto più complessa di quanto si pensasse, con un anello che contiene enormi quantità di gas.
Ci appare a forma di anello per un effetto prospettico, perché la stiamo osservando da uno dei suoi due poli. Se potessimo osservarla da un’altra angolazione, vicina al piano equatoriale, avrebbe una forma meno definita e circolare.
Il centro di questa ciambella può sembrare vuoto, in realtà è pieno di materiale di minore densità che si allunga sia verso che lontano da noi, creando una forma simile ad un pallone da rugby.
La parte più luminosa rappresenta il colorato anello principale. Questo è composto di gas gettato fuori da una stella morente al centro della nebulosa. Questa stella è sulla buona strada per diventare una nana bianca, un corpo molto piccolo, denso e caldo che è lo stadio evolutivo finale di una stella come il Sole.
Precedenti osservazioni effettuate con altri telescopi avevano già messo in evidenza la presenza di materiale gassoso nella parte centrale della Nebulosa Anello, ma grazie alle nuove immagini di Hubble combinate con quelle di altri telescopi, è ora possibile farsi un’idea più chiara della sua forma e della sua composizione.
Il puntino bianco che si vede al centro dell’anello è una nana bianca, una stella di piccole dimensioni a bassa luminosità, ma estremamente densa, ultima fase dell’evoluzione delle stelle di massa piccola.
Le parti più esterne della nebulosa si sono formate quando i gas centrali, che si muovevano verso l’esterno a oltre 50.000 km/h, sono andati a sbattere contro i materiali lungo l’anello principale, che si muovevano un po’ più lentamente. Si stima che la Nebulosa Anello si stia espandendo a una velocità di quasi 70.000 km/h e, secondo i ricercatori, continuerà a farlo per almeno altri 10.000 anni, diventando sempre più rarefatta e tenue, fino a confondersi con lo spazio circostante.
La squadra di O’Dell ha misurato l’espansione della nebulosa confrontando le nuove osservazioni di Hubble con studi effettuati nel 1998.
Scoperta nel 1779 dall’astronomo Darquier Antoine de Pellepoix, venne osservata successivamente quello stesso mese da Charles Messier che l’aggiunse al catalogo che porta il suo nome. Entrambi gli astronomi “inciamparono” in questa scoperta inseguendo il percorso di una cometa che, attraversando la costellazione della Lira, passò molto vicino alla nebulosa.
Davvero suggestiva l’immagine tridimensionale offerta in questi giorni dagli astronomi, e quando adesso mangeremo una ciambella alla marmellata, penseremo un poco a Messier 57, l’archetipo delle nebulose planetarie, un tempo ritenuta “vuota”, ora ricca di materia luminosa.
Written by Cristina Biolcati