La storia sul paragrafo 3.3.1 del nuovo contratto di licenza per gli sviluppatori iPhone potrebbe avere (anche) una spiegazione meno complottistica di quanto fino ad oggi si sua creduto.
La notizia,ridotta ai minimi termini,é che da oggi Apple vuole far parlare su iPhone soltanto due lingue: quella nativa di C,Objective-C,C++ e quella universale del web (HTML e tutta quel marasma di tecnologie che forma l’impalcatura babilonese del web moderno).Questo ovviamente esclude tecnologie che in qualche modo poggiano su layer intermedi, primo fra tutti il packager Flash to iPhone che debutterà a giorni con la presentazione della CS5 (non sembra invece il caso di Unity3D,noto engine per lo sviluppo dei giochi,poiché esso genera in deployment un progetto XCode nativo).
Ma se fino ad oggi si riteneva che questa fosse solo l’ennesima bocciatura per Flash (nel Q&A tenutosi al termine della conferenza di presentazione di iPhone OS 4,alla solita domanda sul tema Jobs non ha mancato di ribadire con un secco no la politica aziendale in merito) ora potrebbe farsi largo una nuova ipotesi.
Come abbiamo visto nel precedente post l’introduzione del multitasking su iPhone avviene sotto determinate condizioni e non si tratta (come erroneamente continua ad essere riportato su alcuni diti web) della classica implementazione a cui siamo abituati in ambiente desktop. Le applicazioni,detto in maniera semplificata,possono continuare parte delle loro attività segnalando opportunamente al sistema il tipo di necessità che desiderano soddisfare (e che é diversa a seconda del tipo di programma:così,ad esempio, se un client Skype deve poter mantenere attiva la comunicazione voce durante una chiamata, ad un bollitore del thè serve soltanto poter avvertire l’utente dopo un certo intervallo e per il resto del tempo rimanere inattivo).
Questa necessità deve essere compresa dal sistema e gestita opportunamente (una pratica del tutto simile è già presente su Android); così (piccolo fuoritema) tutti coloro che presi dalla notizia del multitasking stanno cercando di installare più o meno legalmente la beta sul proprio device,dovrebbero fermarsi un attimo e sapere che soltanto le app compilate con la nuova sdk -che inoltre non può essere per il momento usata per inviare app su AppStore- possono usufruire di questa opportunità.
Il problema potrebbe allora essere (anche e non solo) di natura tecnica;il packager Adobe non supportando (al momento) questa funzionalità,potrebbe creare problemi alla funzionalità del sistema.
Ovviamente ridurre l’intera storia ad un a questione di sola tecnologia é piuttosto presuntuoso e poco veritiero; le ragioni,da una parte e dall’altra sono tante egualmente condivisibili, semmai questo potrebbe essere uno dei tanti addendi,che sommati insieme creano un lungo botta e risposta tra i vertici delle due società.