Nuove scoprete in merito alla dermatite atopica, infatti in una recente ricerca di 21 studi su un campione di circa 7000 pazienti pubblicata dalla rivista Jama Dermatology ha confermato che l’integrazione con alcuni nutrienti, tra cui prebiotici, probiotici e particolari acidi grassi, potrebbe aiutare a diminuire le possibilità di sviluppare la dermatite atopica oppure riuscire a ridurne la presenza.
Le evidenze più significative raccolte dagli autori della rassegna riguardano l’integrazione della… dieta con probiotici, batteri “buoni” che contribuiscono a riequilibrare la flora intestinale. In particolare si è visto che la loro assunzione da parte di donne in gravidanza o che allattavano al seno nonché da parte di neonati sembrerebbe ridurre le possibilità di sviluppare la dermatite atopica o quanto meno la sua gravità.
Tra i diversi ceppi di probiotici analizzati, effetti protettivi a lungo termine sono stati evidenziati soprattutto per il Lactobacillus rhamnosus.
Altri dati raccolti dai ricercatori americani “spezzano una lancia” a favore anche dell’integrazione con acido gamma-linolenico (un acido grasso polinsaturo della serie omega-6) che sembrerebbe contribuire a ridurre la gravità della dermatite, mentre la supplementazione con prebiotici (particolari carboidrati che rappresentano il principale nutrimento dei probiotici) e semi oleosi di ribes nero (ricchi di acido gamma-linolenico e acidi grassi omega-3) aiuterebbe a prevenire la malattia