Magazine Diario personale

Nuove vecchie strade

Creato il 27 ottobre 2014 da Povna @povna

Sabato scorso la ‘povna è andata scuola, come sempre. Ha spiegato ai Merry Men (storia, come ogni ultimo giorno della settimana da tre anni a questa parte); agli Extraterrestri (ai quali ha fatto il pelo e contropelo di grammatica) e alle Giovani Marmotte (con cui ha condiviso una preparazione da brividi in vista della verifica su questo libro). Ma tutto questo, in realtà, non fa notizia. Al suono della campanella, ha preso la bici della scuola, convenientemente preparata dal bidello FacTotum, e se ne è andata a nuotare, nella piscina della città della scuola, le sue ottanta vasche; ma pure questo, a ben pensarci, è cosa nota. Dopo, è passata da scuola, ha messo via il costume e gli occhialini, si è data una spazzolata d’ordine, e poi è corsa verso il Prefabbricato, veloce come il vento. Lì ha parlato, da funzione strumentale, ai genitori, in vista delle elezioni del pomeriggio; poi, nuovo giro nuova corsa, si è precipitata alla sua sede, per lo stesso servizio; quindi ha coordinato le elezioni e fatto ricevimento di straforo alle famiglie, per tutte e tre le sue classi, fino alle cinque e trenta. Ma anche questo rientra nella routine, e acquista in realtà poca forza narrativa.
Invece, alle cinque e trentacinque, dopo un saluto all’Ingegnera Tosta (che le ha consegnato – perduta e ritrovata – una unica ciabatta) la ‘povna è andata alla stazione, e ha preso un treno, e poi subito un altro, lungo la strada che un tempo era molto nota ed è arrivata in una città che le è, da tanto tempo, tanto cara. Lì, al buio striato di rosso dei suoi portici, ha percorso volando una via che ha tracciato tante volte, in tanti anni, con delle chiavi in tasca (ora le chiavi non ci sono più, nei secoli dei secoli – e non è “così sia”, ma solo ingiusto), ed è arrivata, affacciata sul vicolo di una ben nota piazza, in una casa.
Là la aspettavano il narratario, Nanà, e un Omino nuovo e piccolo. Là ha portato e ricevuto doni, e affetto, e un gomitolo da riannodare, con il telaio di una storia, da dove si era persa. E ha trascorso con loro una manciata di ore belle, e sorprendentemente facili (come può essere facile tutto, quando dipende dalla fiducia e dall’amore). Non ci sono state parole ad hoc, ma tanti fatti.
Poi, mentre il buio di un’ora solare che è arrivata, per un anno, senza ansia, la ‘povna ha ripercorso quella strada indietro, palmo a palmo. E, con il tesoro di pensieri belli, si è apprestata a iniziare, con quella leggerezza che può dare solo la magia dell’attraversare i mondi, la sua nuova settimana.


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