Entro il 11 aprile chi svolge attività con i gas fluorurati deve iscriversi a un apposito registro nazionale tenuto dalle Camere di commercio. In particolare, sono coinvolti gli Installatori d’impianti e le imprese dell’Autoriparazione.
Il poco tempo a disposizione per effettuare tale iscrizione e la scadenza ravvicinata stanno mettendo in seria difficoltà gli imprenditori del settore i quali, in molti casi, non hanno ancora potuto provvedere all’adempimento per motivi indipendenti dalla loro volontà.
«Per iscriversi a questo registro, dichiara Francesco La Francesca Segretario Provinciale di Confartigianato Imprese Trapani, le imprese devono munirsi di un lettore per la firma digitale CNS o di un token USB. Ormai mancano poche ore alla scadenza prevista e sono ancora molte le imprese che non sono riuscite a regolarizzare la propria posizione. La nostra associazione sta offrendo assistenza agli associati».
«Sono stati dati solo 60 giorni, continua La Francesca, per procedere all’iscrizione al registro nazionale, e nei primi trenta il sistema era lento e non pratico per chi non lo aveva mai utilizzato -. A questo si aggiunge il fatto che molte aziende non hanno ancora ben capito di cosa si sta parlando e, soprattutto, per quale motivo si debba effettuare questo nuovo adempimento dopo che lavorano da decenni utilizzando di gas fluorurati, ovviamente con attrezzature adeguate e sicure».
«Inaccettabile poi il fatto che a 15 giorni della scadenza sia stato emanato un decreto con le sanzioni previste per le violazioni: quella più bassa, che riguarda proprio la mancata iscrizione al registro, può arrivare fino a 10mila euro, un’autentica follia. Come si fa ad applicare sanzioni così pesanti per un mero adempimento burocratico?».
Le richieste da parte di Confartigianato sono quindi presto dette: proroga di almeno tre mesi per potersi iscrivere al registro nazionale e revisione completa della sanzioni previste. «Dobbiamo evitare che i nostri imprenditori incappino in sanzioni assurde e ingiustificate. Confartigianato sta insistendo con la richiesta di proroga al Ministero dell’Ambiente, ma nessuno risponde e, soprattutto, risolve il problema. Forse non è chiara la situazione delle imprese, ma qui si sta facendo di tutto per continuare a lavorare, anche se è evidente che a qualcuno non interessa. È ora di finirla».