Andrea Petroni, La raccolta delle olive
(part.), Parlamentino Ministero Agricoltura
L’appuntamento è per venerdì 30 settembre alle 18.30 (ingresso libero). Si raccomanda di presentarsi all’Ufficio Passi del Ministero, via XX Settembre n. 20, Roma, alle ore 18.00 con un documento d’intentità valido. Si parlerà di due testi: Come Orfeo di Patrizia Palese, Gruppo Edicom Edizioni, e Cinquanta minuti di Anna Rita Incelli, Edizioni Il Filo. Presenterà i libri Alba Gnazi, con la collaborazione dei lettori Daniele Spizzico e Sandro Capodiferro. “Madrina” della serata, Maria Pia Monicelli.
Di recente ho avuto occasione di visitare il Ministero in questione, e il Parlamentino, grazie all’Associazione di Storici dell’Arte La Serliana. Il professor Alessandro Cardone, che ha condotto la visita, ha fornito al gruppo alcune informazioni, che adesso giro a voi.
Dopo la primitiva collocazione nel Palazzo della Stamperia al Tritone, già residenza di Donna Olimpia Pamphilj, fra il 1910 e il 1914 fu costruita la nuova sede del Palazzo dell’Agricoltura presso Largo S. Susanna, su un’area demaniale fino allora verde, annessa al Convento di S. Maria della Vittoria. L’incarico dell’esecuzione del progetto, e della direzione dei lavori, fu affidato all’ingegner Giuseppe Canonica del Genio Civile.
La realizzazione del Palazzo si inquadra nella grande urgenza di trasferire la capitale, e gli uffici e il personale relativo, da Firenze a Roma. Già dal 1871 era iniziato un rapido processo di erosione del verde urbano per far spazio alle nuove costruzioni; era iniziata la speculazione edilizia e si era avuto un vertiginoso aumento dei prezzi dei terreni. In breve tempo furono lottizzate e scomparvero magnifiche aree verdi quali Villa Massimo, gli Orti Sallustiani, Villa Bonaparte e Villa Ludovisi.
Andrea Petroni, La vendemmia (part.),
Parlamentino Ministero Agricoltura
Andrea Petroni studiò pittura all’Istituto delle Belle Arti di Napoli, grazie ai sussidi che la Provincia della Basilicata, con molta lungimiranza, elargiva a giovani di famiglie poco abbienti che mostrassero doti particolari. Dopo le scuole elementari iniziò a lavorare come copista nell’Ufficio del Registro della sua città; notato per le sue capacità grafiche di ‘schizzare dal vero’, ottenne il sussidio e si trasferì a Napoli, nel desiderio di seguire le lezioni di Domenico Morelli. Fu tra i decoratori del Caffè Gambrinus. Nel 1910 partecipò a una mostra a Buenos Aires e all’esposizione internazionale della IX Biennale di Venezia con Magna Grecia e Dove fu Eraclea, quadro che fu acquistato dalla Regina Margherita. Nel 1911 espose per l’ultima volta a Napoli alla ‘Salvator Rosa’. Trasferitosi a Roma, dove visse per oltre trent’anni e morì, fu chiamato a decorare il Parlamentino.
Andrea Petroni, Il seminatore (part.),
Parlamentino Ministero Agricoltura
Questo assunto stilitico fu però abbandonato nella decorazione del soffitto: qui Petroni, forse intimidito dalla posizione dell’affresco, rinunciò a ogni riduzione in chiave decorativa per trattare il tema della semina con una contaminazione fra simbolismo e naturalismo. Su una lunghissima prospettiva, sconfinante verso l’orizzonte, avanza eroicamente in solitudine la figura del seminatore, dal gesto largo e antico.