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Nella tranquillità che contrassegna i mesi estivi, segnaliamo l’ultima ricerca Istat sulle cancellazioni di residenza. Cancellazioni che fotografano, pur parzialmente, le mobilità interna al Belpaese… ma soprattutto con l’estero.
I dati sono riferiti al 2009. Segnalano che:
-i cittadini italiani espatriati sono stati quell’anno 39mila, pari al 60% dei cancellati per l’estero (gli altri sono stranieri che tornano nei loro Paesi o espatriano in altri Paesi). La maggior parte di loro sceglie la Germania (6281), seguita dalla Gran Bretagna (5042), la Svizzera (4196), la Francia (3248) e la Spagna (2890).
-di questi, segnala l’Istat, 5839 sono laureati (il 15% sul totale degli emigranti). La maggior parte di loro sceglie la Gran Bretagna (14% sul totale dei laureati emigrati), seguita dalla Svizzera (10,8%) e dalla Germania (9,9%).
-se prendiamo in considerazione la quota dei laureati sul totale della popolazione emigrata per singolo Paese, in testa alla classifica troviamo il Brasile (dove il 21% degli emigranti hanno un titolo da “dottore”), seguito dalla Cina (20,3%) e dall’Olanda (19,5%).
-a livello nazionale, l’Istat osserva come nel 2009 si sia interrotta la tendenza alla crescita della mobilità interna: i movimenti dal Mezzogiorno verso il Centronord hanno registrato un calo del 10,4%, rispetto al 2008. 13mila trasferimenti in meno. Un sintomo della crisi: basti pensare che il Nordest, uno dei principali collettori di immigrazione dal Sud, ha visto calare le mobilità del 16,1%. Allo stesso tempo, nel 2009 sono aumentati del 10,5% i flussi di rientro verso il Mezzogiorno.
-per quanto riguarda i laureati e i loro trasferimenti all’interno del territorio nazionale, il 15,6% dei trasferimenti tra le ripartizioni italiane riguarda proprio loro. Percentuale che cresce fino al 18,4% sul totale dei trasferimenti, considerando il Sud come origine dei flussi. Dato interessante: il maggiore flusso di laureati -in percentuale sul totale- si registra per i trasferimenti dal Centro verso il Nordovest (21,8%). Come è facile prevedere, le quote minori di laureati emigranti all’interno dell’Italia si registrano -al contrario- dal Nordovest e dal Nordest verso il Mezzogiorno.
Qualche rapida considerazione: queste statistiche, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento dei giovani professionisti all’estero, presentano -è evidente- ampie lacune.
Soprattutto di due tipi: 1) a livello numerico, quando tutti gli indicatori propendono per un espatrio di circa 60-65mila “under 40″ italiani ogni anno, suona bizzarro che questa ricerca collochi il totale degli expats italiani a soli 39.024, con soli 5839 laureati (2009). Cifre ampiamente sottostimate, di questo ne sono certo, anche sulla base di studi precedenti. Ovviamente l’Istat ha una prospettiva limitata dal fatto che molti expats non comunicano -per molto tempo- il proprio cambio di residenza, risultando -per anni- ancora residenti in Italia.
2) Il secondo rilievo riguarda i laureati: troppo bassa la percentuale del 15% sul totale degli espatriati. Se ricordo bene, lo stesso studio l’anno scorso collocava al 60% l’”altro titolo di studio” (i diplomati sono il 30% circa del totale). Nella categoria “altro titolo di studio” temo che troveremo una percentuale enorme di laureati e “masterizzati”. I quali, per scelta o per impossibilità di riconoscersi nella semplice casella “laureati” (se ho un master o un dottorato posseggo un titolo superiore, o comunque un altro titolo di studio, non mi considero un semplice laureato, right?), scelgono di barrare la casella “altro”.
In sintesi: queste statistiche, per quanto approssimative, possono comunque fornire utili indicazioni su dove i nostri emigranti vanno, siano essi semplici “expats”, o expats con titolo di studio quantomeno pari alla laurea.
Vi promettiamo che cercheremo di approfondire nei prossimi mesi queste statistiche. Keep in touch
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