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Usciti dall'editore "Centauria", sono disponibili da ieri i "distillati", libri che si presentano con un numero di pagine inferiori all'edizione originale (meno della metà e ad un prezzo ridotto), utili comunque per rendere il senso di una storia (qualche decennio fa, il "Reader's Digest" aveva proposto i "condensati", riassunti di best seller). Il fine scoperto è quello di catturare lettori che non hanno il tempo o la voglia di leggere un romanzo nella versione integrale, presi da tante altre cose che non siano, appunto, quella di leggere un libro (anche lungo). Personalmente, se in un momento della mia vita non ho il tempo o la pazienza di leggere un romanzo di cinquecento pagine, ne scelgo banalmente uno che ne abbia meno. Se poi sono particolarmente attirato proprio da "quel" romanzo voluminoso, allora, senza fretta, me lo posso "distillare" in settimane e anche mesi. Il voler, invece, proporre un libro in edizione ridotta, sembra seguire la moda del consumo compulsivo, o anche il poter dire con amici e conoscenti: "ho letto anch'io quel libro", anche se non confesseremmo mai che l'abbiamo letto nella versione "corta". Prendere in mano un libro rimane un atto di libertà: quello di leggerlo interamente, di saltare le pagine che ci annoiano, o anche di abbandonarne la lettura perché non ci piace più.
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