Tra gli argomenti di chi prevede un’inevitabile scomparsa della carta vi è il disinteresse delle nuove generazioni, dei “digital natives” verso i quotidiani stampati.
Una ricerca di Experian sui “millenials”, coloro nati tra il 1982 ed il 2002, condotta questo mese, mostra come tra i media utilizzati negli ultimi 7 giorni i giornali abbiano ancora un ruolo di rilievo nella dieta mediatica delle nuove generazioni, smentendo almeno in parte questo luogo comune.

Al di là dei dati della ricerca la domanda da porsi è cosa sia stato fatto e cosa sia possibile fare per attrarre nuovi lettori, per attirare i giovani.
Già il mese scorso aveva avuto eco la notizia che un giornale giapponese, «The Tokyo Shimbun», uno dei principali quotidiani del Paese, aveva utilizzato un’applicazione di realtà aumentata per favorire la lettura del giornale da parte dei bambini.
Ieri «The Times», che aveva sperimentato applicazioni di realtà aumentata in una logica commerciale verso fine 2012, ha pubblicato un video educativo per spiegare ai bambini come funziona il bilancio dello Stato. Il video era visibile leggendo con smartphone e tablet o un qr code o con Aurasma, una delle applicazioni di realtà aumentata più diffuse.
Come ha dichiarato il direttore marketing del quotidiano inglese, “un ottimo esempio di come utilizzare una tecnologia innovativa per incoraggiare i lettori più giovani ad interagire, a fruire dei giornali”.
Sul tema, sulle opportunità che qr codes e applicazioni di realtà aumentata posso offrire a quotidiani e periodici, oltre alle slide del mio intervento al convegno dell’ANES, Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata, di fine ottobre, da leggere il white paper: “Augmented Reality and the Future of Printing and Publishing” che offre una buona panoramica dei vantaggi sia sotto il profilo commerciale che giornalistico.
Il futuro è ibrido. Insisto.