Non farà fatica ad entrare in classifica questo libro. Il Pontefice ha voluto vergare personalmente le copertine delle sei edizioni in lingua italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola e portoghese.
Papa Francesco, Il nome di Dio è Misericordia, Piemme
Un volume-intervista in cui papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta in un dialogo semplice, intimo e personale. Il tema centrale del libro è la misericordia, da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato. In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime – dentro e fuori la Chiesa – che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell’umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore – le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Senza disconoscere le questioni etiche e teologiche, ribadisce che la Chiesa non può chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di far breccia nelle coscienze per aprire spiragli di assunzione di responsabilità e di allontanamento dal male compiuto. Nella schiettezza del dialogo, Francesco non si sottrae neppure dall’affrontare il nodo del rapporto fra misericordia, giustizia, corruzione.
Nicholas Sparks, Nei tuoi Occhi, Sperling Kupfer
Per ripagare i sacrifici dei genitori, Maria ha lavorato giorno e notte fino a diventare quello che è: il ritratto del successo. Lei è bella, di quella bellezza scura e appassionata che hanno le donne latine, eppure non ha una relazione, tutta presa prima dalla laurea e poi dal posto nello studio legale più importante della zona. Qualcosa, però, mette in pericolo la sua carriera e Maria sente il bisogno di rientrare a Wilmington e cercare la protezione della sua famiglia. Colin sta facendo del suo meglio per ridare un significato alla propria esistenza. Non ha ancora trent’anni, ma la violenza lo ha già segnato profondamente e lui non vuole più correre il rischio di finire in prigione. Le sue giornate sono scandite dallo studio, dalla palestra, e dal lavoro nel bar di Wilmington, la città dove vive ora grazie a una coppia di amici che gli fa da famiglia, proteggendolo da se stesso. È affascinante e lo sa, ma in questo momento una relazione è l’ultimo dei suoi pensieri. Come sempre il destino mescola le carte, e lo fa in una notte di pioggia torrenziale, quando Maria rimane con una gomma a terra e Colin non può fare a meno di fermarsi ad aiutarla…
un graphic novel davvero importante, che testimonia la capacità di questa arte nel raccontare la realtà che ci circonda. Un grande autore parigino condivide con noi quel terribile 2015:
Joann Sfar, Se Dio esiste, Lizard
QUADERNI PARIGINI. GENNAIO – NOVEMBRE 2015
Un 2015 terribile per la Francia e per chiunque, come Sfar, conosce un solo modo per far chiarezza in tempi difficili: diffidare dei dogmi e lasciarsi andare alla seduzione del dialogo. Il diario di un anno di dubbi atroci e di poche, dolci certezze.
«Sto attraversando una crisi in cui tutto mi riporta alla fede. Mio padre e` morto. Io mi sono separato. I miei amici di “Charlie Hebdo” si sono fatti ammazzare. Mi sento disorientato tanto quanto il mio Paese e tento di ritrovare, in mancanza di Dio, almeno la mia buona stella. Per questo ho ripreso in mano i miei taccuini, per trovare qualche risposta alle domande che tutti ci poniamo. E che si possono ricondurre in qualunque ambito, pubblico o privato, a una sola: che tocca fare per crederci ancora?»
È così che si uccide,
Zilahy Mirko, Longanesi
Questo romanzo non è solo il thriller italiano che ha conquistato gli editori internazionali prima dell’uscita. Non è soltanto un esordio travolgente, scritto con maestria inedita. Questo romanzo è una sfida irresistibile, che avvolge il lettore nell’incantesimo della più pura tensione narrativa.
La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.
DANIEL SANCHEZ PARDOS, Il segreto di Gaudì, Corbaccio
Barcellona 1874: una città misteriosa, una cospirazione e un artista visionario alla scoperta dei suoi segreti
Ottobre 1874: Gabriel Camarasa, è appena rientrato con la famiglia in una Spagna attraversata da guerre civili e lotte dinastiche dopo aver trascorso diversi anni in esilio a Londra. Frequenta l’Università di Architettura di Barcellona dove incontra un ragazzo del secondo anno: Antoni Gaudí. Ne diventa amico, ma per tanti versi Gaudí resta un mistero per Gabriel: le sue conoscenze nell’ambito dell’architettura sono decisamente superiori a quelle degli studenti più brillanti e inoltre gli interessi di Antoni spaziano nei campi più vari, dall’esoterismo alla fotografia, dalla botanica ai bassi fondi della città. E quando la vita dei due amici viene sconvolta da un omicidio, le domande che si pone Gabriel si fanno più pressanti: dove passa le notti Gaudí quando di lui si perdono le tracce? Perché sembra conoscere così bene i bassifondi di Barcellona e frequenta individui così poco raccomandabili? Quale segreto conosce che potrebbe portare addirittura alla distruzione della celebre Cattedrale del Mare? Gabriel può veramente fidarsi di lui e della bellissima Fiona Begg, illustratrice che lavora nel giornale del padre di Gabriel, ma che sembra avere ben più confidenza con il geniale Antoni? Sullo sfondo di una Barcellona magica, un potente affresco storico, un romanzo che mescola abilmente realtà e finzione travolgendo il lettore con una vicenda d’amicizia e d’amore, di mistero e pericolo difficile da dimenticare.
KRISTIN HANNAH , L’USIGNOLO , Mondadori
Kristin Hannah si addentra nell’universo epico della Seconda guerra mondiale per illuminare una parte della Storia raramente affrontata: la guerra
delle donne. L’Usignolo racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle prese con la propria battaglia per la sopravvivenza
ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell’amore e della libertà
PATRICK MODIANO , INCIDENTE NOTTURNO , Einaudi
E’ notte. A Parigi è scesa la nebbia. Una Fiat verde acqua investe un ragazzo che viene portato in ospedale. Una donna è al volante, una donna
misteriosa, forse già conosciuta un tempo. Restano sulla strada una scarpa troppo stretta, un passaporto falsificato e un giaccone sporco di sangue.
Un incidente banale riapre possibili vie del passato e dà inizio a un’inchiesta attraverso la città
Benito Mussolini, Il mio diario di guerra, Il mulino, a cura di Mario Isnenghi
Raffica di artiglieria austriaca. Crepitio di proiettili. Schianto di rami. Turbine di schegge. Un grosso ramo, stroncato da una granata, si è abbattuto sul mio riparo. Ci sono due feriti nella mia compagnia. Passa un morto del XXXIX battaglione. Un altro morto degli alpini. II bombardamento è finito. È durato un’ora. I bersaglieri escono dai ripari. Si canta”. L’autore è Benito Mussolini e Il Mulino riporta in libreria il 14 gennaio Il Mio Diario di Guerra. Il volume è curato da Mario Isneghi. Lo storico, che ha insegnato Storia contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato il primo studioso ad attirare l’attenzione su questo testo, che per molto tempo l’impronunciabilità politica del nome del suo autore ha impedito di cogliere la rilevanza e l’originalità del diario mussoliniano.
Seuge sul sito : http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2016/01/09/esce-il-diario-di-guerra-di-mussolini_ff44d6de-a069-46e2-ae90-a40b99f6300f.html
Con il Mulino Mario Isnenghi ha pubblicato anche La tragedia necessaria (nuova ed. 2013), L’Italia in piazza (2004), Le guerre degli italiani (2005), La Grande Guerra (con G. Rochat, 2008). Il mito della Grande Guerra, ripubblicato nel 2014, fa di lui lo storico più autorevole del conflitto mondiale.
Giuseppe Catozzella, Il grande futuro, Feltrinelli
Amal nasce su un’isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri, soldati che in una mano impugnano il fucile e nell’altra il libro sacro. Amal è l’ultimo, servo figlio di servi pescatori e migliore amico di Ahmed, figlio del signore del villaggio. Da piccolo, una mina lo sventra in petto e ora Amal, che in arabo significa speranza, porta un cuore non suo.Amal e Ahmed si promettono imperitura amicizia, si perdono con i loro sogni in mezzo al mare, fanno progetti e dividono le attenzioni della affezionata Karima. Vivono un’atmosfera sospesa, quasi fiabesca, che si rompe quando le tensioni che pesano sul villaggio dividono le loro strade. In questo nuovo clima di conflitti e di morte anche Hassim, il padre di Amal, lascia il villaggio, portando con sé un segreto inconfessabile.
Rimasto solo, Amal chiede ancora una volta il conforto e la saggezza del mare e il mare gli dice che deve raggiungere l’imam della Grande Moschea del Deserto, riempire il vuoto con un’educazione religiosa. Amal diventa preghiera, puro Islam, e resiste alla pressione dei reclutamenti. Resiste finché un’ombra misteriosa e derelitta riapre in lui una ferita profonda che lo strappa all’isolamento. Allora si lascia arruolare: la religione si colma di azione. L’educazione militare lo fa guerriero, lo fa uomo. Lo prepara a trovare una sposa per generare un figlio. Ma è proprio questo l’unico destino consentito? Qual è il bene promesso? L’avventura di vivere finisce davvero con la strage del nemico?
Con leggerezza e pienezza “alla Mark Twain” Giuseppe Catozzella racconta una storia che, attraverso la leggenda, cerca il presente e nel presente si avvita. Con febbrile determinazione.
Lì, fuori dallo scafo, le braccia alzate al cielo e gli occhi chiusi, sentivo con la precisione delle cose certe che avrei vissuto in eterno.
Dario Fo, Razza di zingaro, Chiarelettere
Uno zingaro campione di boxe sfida il nazismo. Una storia toccante e vera.
Il nuovo romanzo del premio Nobel Dario Fo.
Lui è Johann Trollmann (1907-1943), pugile sinti nella Germania nazista, il più bravo di tutti, ma c’è un particolare: è uno zingaro. La vita di Johann comincia subito di corsa, da quando, bambino, scopre la boxe e sale sul ring portando con sé i valori e la tradizione della sua gente, e guadagnando strepitose vittorie, una più emozionante dell’altra, con il pubblico (soprattutto femminile) in visibilio. Ma uno zingaro non è come gli altri
tedeschi: come può rappresentare la grande Germania alle Olimpiadi del 1928?
Le strade del successo ben presto gli vengono sbarrate, il clima politico peggiora, il nazismo travolge tutto, anche la sua vita e quella della sua famiglia. Non importa che Johann sia il più bravo, il titolo di campione dei pesi mediomassimi gli verrà negato, nonostante la vittoria sul ring. Da quel momento la sua vita diventa impossibile: prima il divorzio cui è costretto per salvare la moglie e la figlia, poi la sterilizzazione, la guerra cui partecipa come soldato e infine il campo di concentramento e l’ultima sfida, quella decisiva, contro il kapò, che vincerà, e per questo sarà punito. Con la morte. Dario Fo, grazie a una ricerca meticolosa e storicamente ineccepibile di Paolo Cagna Ninchi, ancora una volta recupera una vicenda vera e dimenticata e la propone in una vibrante ricostruzione narrativa alla nostra attenzione distratta: un modo efficacissimo per parlare indirettamente del presente che non vogliamo vedere. Solo di recente la Germania ha riconosciuto il valore e l’autenticità di questa storia consegnando alla famiglia Trollmann la corona di campione dei pesi mediomassimi negata a Johann ottant’anni prima.
Curiosamente, anche Frassinelli propone un libro con il medesimo protagonista, sempre uscito in questi primi giorni dell’anno: Mauro Garofalo, Alla fine di ogni cosa.
Ogni giorno vissuto come se fosse l’ultimo. Ogni incontro, ogni parola pronunciata, l’ultima occasione. “La prima volta che ho sentito il nome di Jo
hann Rukeli Trollmann avevo appena finito di allenarmi al sacco. Con le mani ancora fasciate e i guantoni, appresi la vicenda del pugile a cui il Nazismo aveva tolto il titolo di campione perché “zingaro”. Per tutta risposta, la volta dopo Trollmann era salito sul ring con il corpo cosparso di farina, i capelli tinti di giallo, si era lasciato battere. Quell’uomo aveva messo in scena la sconfitta dello stesso fanatismo ariano che ora lo crocifiggeva; aveva avuto il coraggio di guardare dritto in faccia il grande male del Novecento. Mi resi conto che quella non era una storia qualsiasi, era una sfida. E dovevo seguirla.” Mauro Garofalo racconta la storia del campione tedesco di pugilato degli anni Trenta Johann Trollman, detto Rukeli, come solo i grandi romanzieri sanno fare: si fonde con il suo personaggio, ne assume lo sguardo e le emozioni e ci porta con lui nel momento più terribile della Storia, facendoci vivere una vicenda umana e sportiva, tragica e bellissima.